Guerra della memoria in Lituania

memoriale olocby Polesana Paolo -
Un libro «denuncia» uscito in Lituania ha aperto la strada a una serrata discussione sul passato storico del paese, in vista del prossimo centenario dell’indipendenza. Senza scandalismi né sensi di colpa, i lituani si chiedono chi sono.
Quest’anno la Lituania celebra i cento anni della nascita come Stato indipendente. Ricorrenze simili sono l’occasione per fare il punto sull’identità di un popolo e, in qualche modo, fare i conti con la propria storia. La formazione di uno Stato moderno fu un obiettivo perseguito con sforzi tenacissimi fin dall’Ottocento, raggiunto alla fine della Prima guerra mondiale e finalmente ristabilito con l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel marzo 1990.
La sovranità territoriale della repubblica lituana è riconosciuta a livello internazionale, ma la questione di una giustificazione culturale e storica della sua esistenza è ritenuta ancora di fondamentale importanza dai suoi cittadini, che si sentono spesso delegittimati politicamente e tuttora minacciati militarmente dal vicino russo. C’è un nodo della storia che è sentito dai lituani come il fulcro di questa giustificazione, ed è il movimento partigiano che si è sacrificato per la difesa dell’indipendenza lituana durante la seconda guerra mondiale. A questo sacrificio, che ha continuato a consumarsi durante l’occupazione sovietica fino agli anni ‘50, si aggiungono le massicce deportazioni subite durante l’epoca staliniana.

leggi tutto

©   http://www.lanuovaeuropa.org