Appello delle Chiese cristiane

alba nuova 1ROMA, 31. Domani, giovedì, i cristiani di tutte le Chiese presenti in Europa si uniranno idealmente in una preghiera per il creato che ha l’ambizione di diventare anche un vero e proprio movimento per spingere all’azione i rispettivi Governi. Perché il tempo è scaduto e lo stato di salute del pianeta terra è fortemente compromesso. Occorre agire subito e farlo con coerenza. È quanto dunque invitano a fare il Consiglio delle Conferenze episcopali d’E u ro p a (Ccee), la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e la Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen) in una dichiarazione comune dal titolo: «Tempo per la Creazione — Preghiamo insieme per apprezzare e avere cura del dono della creazione». Il testo è firmato da padre Heikki Huttunen, segretario generale della Kek, da monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee e dal reverendo Peter Pavlovic, segretario dell’Ecen.
La giornata per la custodia del creato, quest’anno, cade in un momento particolare per l’Italia tragicamente colpita la scorsa settimana da un terremoto che ha seminato morte e distruzione. «Sono tragedie — ha dichiarato al Sir monsignor Duarte da Cunha — che rivelano tutta la fragilità del creato ed evidenziano la responsabilità umana di fronte a ciò che le è stato donato. È questa consapevolezza — ha aggiunto il presule, che insieme ai leader delle Chiese cristiane in Europa ha diffuso la dichiarazione comune — che ci porta a chiedere politiche ed azioni etiche che siano in rispetto della natura. Perché l’uomo non è padrone della natura, ma un suo servo e un suo amministratore. C’è sempre nella natura qualcosa di misterioso, ma quello che spetta all’uomo è il rispetto. Il rispetto delle cose e delle persone. Se noi riconosciamo la nostra umiltà davanti al creato — ha proseguito il segretario generale del Ccee — non dobbiamo allora avere la pretesa di dominare, controllare, manipolare, ma il rispetto di mettersi davanti a questo mistero e la missione di servire. C’è una fragilità insita nel pianeta. L’uomo non è onnipotente. Non possiamo pensare che non ci saranno altri disastri o che altri disastri verranno solo dalla mano dell’uomo. Quello che però possiamo fare e possiamo chiedere al Signore è che tutti i disastri che avvengono in natura possano avere una risposta anche di solidarietà e di sostegno, per accogliere e abbracciare chi ne è stato colpito e trovare soluzioni per ricostruire un futuro». I responsabili dei tre organismi europei, firmatari della dichiarazione, sono fermamente convinti di trovarsi ad affrontare «sfide urgenti in termini di degrado ambientale e cambiamento climatico e, incoraggiati dalle parole della lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si’» di essere chiamati a riconoscere una responsabilità condivisa. Si legge dunque nel messaggio: «Invitiamo calorosamente tutti i cristiani europei, le Chiese membri della Kek e le conferenze episcopali del Ccee, le parrocchie, le comunità ecclesiali e ogni persona di buona volontà ad aderire al tempo per la creazione, a celebrare insieme il tempo per la reazione nell’ambito delle nostre rispettive tradizioni liturgiche, e a sostenere la comune fede cristiana in Dio creatore. Vi esortiamo — continua il testo — ognuno nel proprio ambiente, a offrire preghiere per il dono della creazione. Secondo il Vangelo la responsabilità nei confronti dell’ambiente non può mai essere separata dalla responsabilità verso gli altri esseri umani: verso il nostro prossimo, verso i poveri o i dimenticati, il tutto in un vero spirito di solidarietà e di amore. Rispettare la creazione non significa soltanto proteggere e salvaguardare la terra, l’acqua e le altre componenti del mondo naturale. Consiste anche nell’esprimere rispetto per gli esseri umani che condividono quei doni e ne portano la responsabilità». Anche il reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc) in un videomessaggio ha esortato tutti i cristiani a essere fari di speranza: «Siamo convinti che Dio non abbandona la creazione e che noi stessi possiamo diventare fari di quella speranza diffondendo i semi di un futuro diverso. Facciamo appello ai nostri Governi — ha proseguito il reverendo Fykse Tveit — p erché ratifichino l’accordo di Parigi (Cop21); chiediamo indicatori alternativi di crescita che misurino meglio la salute delle comunità e degli ecosistemi». Infine, il segretario generale del Wcc ha ribadito l’importante urgenza di «disinvestire nei combustibili fossili e reinvestire in fonti alternative sostenibili». Il World Council of Churches ha realizzato un sito internet, SeasonofCreation.org, dove si invitano i cristiani a promuovere azioni di pressione presso i loro Governi e dove è possibile trovare tutto il materiale necessario per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione.

© Osservatore Romano - 1 settembre 2016