Vespri ecumenici

vespri ecumenici 1 settembre 2016Il pianeta ha bisogno di cure, di attenzioni, di buona volontà da parte di tutti, perché ognuno nel suo piccolo può salvarlo dalla distruzione, dall’inquinamento, dallo sfruttamento intensivo. Servono semplici gesti quotidiani, che tutti possono compiere. E tra le cose che ognuno può fare, rientra senza dubbio la preghiera, sia personale, sia comunitaria. Come quella che è stata presieduta da Papa Francesco, giovedì pomeriggio, 1° settembre, nella basilica vaticana, in occasione della seconda giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che quest’anno si inserisce nel contesto del giubileo straordinario della misericordia.
La forma scelta per la preghiera è stata la recita dei vespri, caratterizzati da una spiccata impronta ecumenica. E non poteva essere altrimenti, vista la concomitanza con l’analoga giornata che la Chiesa ortodossa celebra già dal 1989. Anche il Consiglio ecumenico delle Chiese dedica il periodo che va dal 1° settembre al 4 ottobre alla preghiera e alla riflessione sulla salvaguardia del creato. E la comunione anglicana celebra una giornata simile il 1° settembre. Questa piena sintonia ecumenica ha trovato espressione anche durante i vespri celebrati in basilica, grazie alla presenza di alcuni rappresentanti di chiese e confessioni cristiane. Tra questi, monsignor Siluan, vescovo della diocesi ortodossa romena d’Italia; l’arcivescovo David Moxon, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede e direttore dell’Anglican Centre in Roma; Simeone Catsinas, parroco della chiesa romana greco-ortodossa di san Teodoro in Palatino; Jens-Martin Kruse, parroco della parrocchia evangelica luterana di Roma; Valdo Bertalot, pastore valdese e segretario generale della Società biblica in Italia. Li hanno accompagnati i cardinali Kurt Koch, il vescovo Brian Farrell, monsignor Andrea Palmieri, rispettivamente presidente, segretario e sotto-segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, insieme con il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, appena nominato prefetto del nuovo dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Erano presenti undici cardinali, tra i quali Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, e Pietro Parolin, segretario di Stato. Tra i presuli e prelati, gli arcivescovi Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, e Silvano Maria Tomasi, e il vescovo Kevin Joseph Farrell, prefetto del dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Significative le intenzioni delle intercessioni: si è pregato per la lungimiranza e l’apertura di cuore dei governanti, perché custodiscano il creato e servano il bene di ogni uomo, e per la conversione delle menti per un uso giusto ed equo dei beni della terra. Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella sua omelia — che abbiamo anticipato nell’edizione del 2 settembre — ha sottolineato l’imp ortanza della tutela della casa comune e della responsabilità non solo verso di essa, ma anche verso i più deboli.

© Osservatore Romano - 3 settembre 2016

La casa comune e la responsabilità verso i più deboli nell’omelia del predicatore della Casa pontificia