Uniti dalla stessa fede

patriarca Mosca e religiosi Regno UnitoLONDRA, 17. «Senza una comprensione della cultura non può esserci vero dialogo tra le nazioni. E il fatto che oggi sia così spesso ignorato il fattore religioso nelle relazioni fra gli stati e fra le diverse culture è, a mio parere, un grave errore perché la fede è la fonte della formazione allo stesso tempo dell’identità nazionale e della spiritualità del popolo».
È un passaggio dell’intervento che il patriarca di Mosca, Cirillo, ha tenuto sabato scorso a Londra durante un ricevimento nel quale i rappresentanti religiosi del Regno Unito gli hanno dato il benvenuto per la visita (15-18 ottobre) che il primate della Chiesa ortodossa russa sta effettuando nel Paese. Un viaggio — non lo ha nascosto il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca, Ilarione, senza tuttavia fare accenno alla questione siriana — che avviene in un momento in cui i rapporti fra Russia e Regno Unito «non sono dei migliori». Cirillo — che domani (martedì) dovrebbe incontrare la regina Elisabetta — è stato accolto dall’arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Justin Welby, dal vescovo anglicano di Londra, Richard Chartres, da rappresentanti della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa e di altre comunità cristiane. Il motivo della visita è la celebrazione del trecentesimo anniversario della presenza ortodossa russa nel Paese, ma non solo: «Sono qui», ha spiegato il patriarca, «anche per rafforzare l’amicizia con il popolo britannico, con la Church of England, e sottolineare ancora una volta l’importanza del fattore religioso nelle relazioni internazionali. Sono fiducioso che l’interazione fra la Chiesa ortodossa russa e le comunità cristiane di Inghilterra fornirà un contributo sostanziale allo sviluppo dei rapporti fra i due paesi. I nostri sforzi non devono dipendere da considerazioni politiche ma solo da ciò che unisce i cristiani di Oriente e Occidente». Sempre sabato, Cirillo ha consacrato la cattedrale della Dormizione, sottoposta di recente a un’opera di restauro riguardante soprattutto il campanile, l’iconostasi e gli affreschi. Durante la liturgia ha pregato per «tutti i santi che hanno glorificato il territorio britannico». Presenti autorità religiose e civili, compreso il principe di Kent, Michael, cugino della regina.

© Osservatore Romano - 17-18 ottobre 2016