Mosul è stata liberata. Ma a che prezzo - di Stefano Magni

mosul liberataFine di un incubo durato tre anni. Mosul è stata liberata. Nella giornata di sabato sono state smantellate le ultime postazioni dell’Isis. Ieri il premier iracheno Al Abadi, per ufficializzare la vittoria, si è recato personalmente nella città distrutta per congratularsi con le truppe. Sono stati tre anni di occupazione, nove mesi e mezzo di battaglia per liberarla.

Mosul, nel 2014, era diventato il simbolo del fallimento dello Stato iracheno. Con una battaglia di appena sei giorni, dal 4 al 10 giugno 2014, un’offensiva fatta di attentati con autobomba, azioni suicide, rapide incursioni di colonne di pick up armati, 1500 jihadisti dell’Isis avevano occupato la città, presidiata fino a quel momento da 50mila soldati regolari iracheni. Almeno sulla carta, quei 1500 uomini pronti a tutto avevano annientato un esercito di 15 volte superiore. In realtà, non c’è neppure stata battaglia. L’esercito iracheno si era squagliato come neve al sole. Chi era sunnita non si identificò con la causa di un governo sciita, allora retto dal premier Al Maliki. Chi era sciita non voleva battersi per una città sunnita e cristiana. Mosul cadde perché non aveva un esercito che la voleva difendere. Divenne un simbolo della vittoria dell’Isis. Fu proprio dalla moschea di Al Nouri di Mosul che Al Baghdadi si auto-proclamò Califfo, dando origine allo Stato Islamico.

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©   http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mosul-e-stata-liberata-ma-a-che-prezzo-20419.htm   10.7.2017