Pellegrini della pace

holy road Papadi GABRIEL QUICKE *

Più volte Papa Francesco ha espresso la sua preoccupazione per la situazione di coloro che subiscono le conseguenze di tensioni e di violenze in molte regioni del Medio oriente, specialmente in Iraq e in Siria, dove centinaia di migliaia di bambini innocenti, di donne e di uomini sono vittime di conflitti cruenti e dove i nostri fratelli cristiani, come pure gli appartenenti ad altre minoranze religiose ed etniche, non solo sperimentano la precarietà e la difficoltà del vivere quotidiano, ma sono spesso oggetto di persecuzioni.
Per questo, il Santo Padre invita i fedeli cristiani di varie confessioni a farsi artigiani e pellegrini della pace. «Impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune» (Messaggio per la cinquantesima Giornata mondiale della pace, 7). Il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha frequenti contatti con le Chiese di appartenenza di questi cristiani. Qui di seguito è riportata una breve panoramica dell’attività ecumenica che coinvolge le Chiese in Medio oriente o che è scaturita dalla loro attività missionaria. Durante il tredicesimo incontro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, tenutosi dal 31 gennaio al 6 febbraio 2016 al Cairo, presso il Centro copto di San Marco, le discussioni si sono incentrate sui sacramenti dell’iniziazione cristiana. Gli sviluppi di questi sacramenti all’interno della tradizione latina, come pure le basi scritturistiche e patristiche del battesimo e la correlazione tra Chiesa e sacramenti sono stati affrontati dai diversi relatori nei rispettivi interventi. Il battesimo è stato riconosciuto come inizio e fondamento di tutti i sacramenti. Una più approfondita riflessione su questo tema favorirà il più ampio studio sulla relazione tra i sacramenti e la Chiesa. Il segno più convincente della nostra fede comune è la crescente consapevolezza che ciò che ci unisce è maggiore di ciò che ci divide. Di fatti, in virtù del nostro battesimo comune, siamo membra dell’unico Corpo di Cristo e viviamo già una profonda comunione spirituale. Grazie al battesimo, che accomuna tutti i cristiani, è possibile riscoprire la nostra vera fraternità. Esso, che è inizio ed esordio, tende «alla piena inserzione nella comunità eucaristica» ( Unitatis redintegratio , 22). Pervenire a un consenso su tali tematiche avrebbe sicuramente un importante impatto sulla ricerca dell’unità. Dal 21 al 28 gennaio 2017, a Roma, si tiene il quattordicesimo incontro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, che sarà ospitata dal Pontificio consiglio. I membri saranno invitati a prender parte alla celebrazione dei vespri presieduta dal Santo Padre nella basilica di San Paolo fuori le Mura, mercoledì 25 gennaio. Dal 1989, due dialoghi paralleli hanno luogo una volta all’anno in Kerala: uno con la Chiesa sira ortodossa malankarese e l’altro con la Chiesa ortodossa sira malankarese. Questi dialoghi si occupano principalmente di questioni legate a tre tematiche: la storia della Chiesa, l’ecclesiologia e la testimonianza comune. La delegazione cattolica comprende rappresentanti della Santa Sede e membri di Chiese di rito diverso: latino, siro-malabarese e cattolico siro m a l a n k a re s e . La Commissione mista per il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa sira ortodossa malankarese si è riunita presso il Centro di spiritualità di Manganam, Kottayam, il 12 dicembre 2016. L’incontro era co-presieduto dal vescovo segretario del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, Brian Farrell e dal metropolita Kuriakose Mar Theophilose, vicario patriarcale in Germania, Svizzera e Austria. Nel corso della riunione, si è discusso principalmente degli orientamenti pastorali per il clero, di documenti sulla Chiesa particolare e universale, degli sviluppi nella ricezione dell’accordo sui matrimoni misti. Nei giorni 13 e 14 dicembre, nello stesso luogo, si è tenuto l’incontro della Commissione mista per il dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa sira malankarese, co-presieduta da monsignor Farrell e dal metropolita Gabriel Mar Gregorios, presidente del Dipartimento per le relazioni ecumeniche della Chiesa ortodossa sira malankarese. Vari punti erano all’o rd i n e del giorno della riunione, tra cui l’interpretazione patristica del Vangelo, letture patristiche comuni per ogni giorno dell’anno, preghiere liturgiche della tradizione siriaca, cooperazione pastorale. Questi dialoghi svolgono un importante ruolo nel rafforzare la collaborazione tra le Chiese a vari livelli — religioso, culturale e sociale — anche per il bene delle popolazioni locali. La Chiesa assira dell’Oriente affonda le sue radici storiche nell’attività missionaria della Chiesa primitiva, quando questa si diresse ad est, verso la Mesopotamia e l’antica Babilonia, al di fuori dell’imp ero romano. La patria originaria di gran parte dei fedeli assiri è l’attuale Iraq, dove è in corso da anni un conflitto sanguinoso. Esistono comunità anche in India, in Libano, in Siria e in Iran. Ma, a causa di ripetuti periodi di persecuzione, la maggior parte dei credenti assiri è emigrata in occidente. Oggi la Chiesa assira conta circa 500.000 fedeli e ha diocesi anche in Europa, negli Stati Uniti, in Canada e in Australia. Dopo l’elezione del nuovo catholicos-patriarca, Mar Gewargis III , nel 2015, il sinodo ha confermato il ritorno a Erbil (Iraq) della sede patriarcale, che dal 1940 era stata trasferita a Chicago. Come molte altre Chiese in Medio oriente, la Chiesa assira dell’Oriente è una Chiesa martire. Molti sono i risultati positivi del dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell'Oriente. Papa san Giovanni Paolo II e il patriarca Mar Dinkha IV firmarono una Dichiarazione cristologica comune l’11 novembre 1994. La Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell’Oriente ha avuto in seguito due altre fasi di dialogo: l’una sulla teologia sacramentale, l’altra sulla costituzione della Chiesa. Dopo un’interruzione, si è deciso, in occasione della visita a Roma del patriarca Mar Dinkha IV nel 2014, di riavviare il dialogo. Difficoltà legate alla situazione in Medio oriente e alla salute del catholicos-patriarca hanno ritardato la ripresa delle conversazioni ecumeniche. Mar Dinkha IV è deceduto il 26 marzo 2015. A seguito dell’elezione del nuovo catholicospatriarca, il sinodo assiro ha confermato di voler proseguire il dialogo. Mar Gewargis III ha visitato Roma dal 16 al 19 novembre 2016 e il 17 novembre è stato ricevuto da Papa Francesco, con il quale ha condiviso un momento di preghiera nella cappella Redemptoris Mater. In tale occasione, i membri della delegazione assira sono stati accolti anche presso il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, dove si è parlato della seconda fase del dialogo. La rivitalizzazione del dialogo ecumenico è segno di amore, solidarietà e sostegno a questa Chiesa martire. Le Chiese ortodosse orientali, con circa 50 milioni di fedeli in tutto il mondo, sono consapevoli della loro lunga storia e della loro sopravvivenza in circostanze spesso molto difficili e ostili. Esse meritano il profondo rispetto delle altre Chiese, della Chiesa cattolica e delle Chiese ortodosse. I contatti ecumenici e il dialogo teologico con queste Chiese ortodosse orientali continuano a moltiplicarsi e a produrre frutti capaci di far crescere ulteriormente la comunione. Dopo millecinquecento anni di separazione, rimane comunque intatto un solido fondamento comune di fede, di dottrina e prassi sacramentale, di autocoscienza ecclesiale. Con saggezza e con pazienza si potrà andare incontro al dono della comunione piena che indubbiamente Dio vuole per tutti.

*Officiale per la sezione orientale del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani

© Osservatore Romano 22 gennaio 2017