Il cardinale Kasper al centenario della traslazione delle reliquie di sant'Andrea ad Amalfi

Una giornata nel segno della santità che unisce l'Oriente e l'Occidente. È il senso della celebrazione dell'VIII centenario della traslazione delle reliquie di sant'Andrea da Costantinopoli ad Amalfi, così come è stata vissuta giovedì 8 maggio nella cittadina campana che dal 1208 custodisce le reliquie dell'Apostolo.
La reliquia della testa di sant'Andrea era rimasta esposta per qualche tempo a Roma presso il collegio russo. Ieri, giovedì, ha fatto ritorno ad Amalfi. Ad accoglierla sui moli del porto dell'antica repubblica marinara c'era una foltissima rappresentanza delle gente amalfitana, accompagnata dai sindaci di tredici località della costiera e da altre autorità militari e civili. C'era soprattutto la comunità ecclesiale, guidata dall'arcivescovo di Amalfi-Cava de' Tirreni, Orazio Soricelli.  Quasi  al  completo  la  Conferenza episcopale campana. Il Patriarca di Costantinopoli, era rappresentato dall'archimandrita Georgios Antonopoulos. Momento centrale della manifestazione è stata la celebrazione della messa presieduta dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell' Unità dei Cristiani, inviato speciale del Papa per l'occasione, nella cattedrale amalfitana dedicata al santo. Con il cardinale hanno concelebrato numerosi vescovi e sacerdoti campani. All'inizio della messa l'arcivescovo Soricelli ha rivolto al cardinale un cordiale indirizzo di saluto nel quale ha voluto sottolineare "la lunga storia di plurisecolare amicizia che unisce il popolo amalfitano a sant'Andrea", una vera e propria devozione "appassionata ma dignitosa che ci ha tramandato pagine indimenticabili scritte nel cuore dei tanti credenti che si sono accostati con fiducia alle sacre reliquie o anche nelle storiche vicende della città di Amalfi".
Nella sua omelia il cardinale Kasper, dopo aver rappresentato il saluto del Papa, ha proposto una riflessione su quanto scritto nel vangelo a proposito della vocazione dell'Apostolo Andrea, e rilanciato il suo messaggio.
Un messaggio che "è giunto qui ad Amalfi - ha detto - in un modo tutto particolare perché in questa città e in questa basilica risuonano non solo le parole dell'Apostolo Andrea:  da ottocento anni infatti in questo sacro luogo riposano le sue venerabili reliquie. Cosicché l'Apostolo dall'alto della sua trasfigurazione celeste, è presente tra di voi. Le parole che vi rivolge sono le stesse che pronunciò allora... e come allora non parla di sé ma indica un altro e vi dice "andate, avete anche voi trovato il Messia"".
Ma l'uomo d'oggi, si è chiesto il cardinale, ha veramente trovato il Messia? "Oggi - ha detto cercando di suggerire egli stesso le tracce per una risposta alla sua domanda - molteplici altri messaggi messianici ci pervengono, ed essi trovano molti orecchi attenti e cuori aperti" e li ha elencati:  "c'è il messaggio messianico del benessere, della felicità terrena e materialistica, della carriera, del successo, della felicità, del denaro e del piacere. Ma è un messaggio di una felicità solo immanente, terrena, ma anche transitoria e fugace. C'è il messaggio messianico dell'equivalenza di tutte le religioni, cioè che esse sono più o meno le stesse, che i loro valori sono relativi e scambiabili, il "del tutto sbagliato" messaggio che non è importante essere cristiano o un mero umanista, o forse anche un agnostico che lascia aperta la risposta di Dio".
E ancora:  "Oggi non sono pochi coloro che seguono il sentiero dell'indifferenza, che non si occupano più della verità e delle domande più profonde sul senso ultimo della vita; per loro importa solo la piccola felicità immanente, qui e oggi. Essi sono molto diversi dal giovane Andrea. Hanno abbandonato la speranza e i grandi ideali. Non sono interessati ad un Messia". La speranza, ha proseguito, è oggi diventata una merce rara. Ma l'uomo non può vivere senza speranza. Si tratta di capire chi ci può dare la speranza senza fine, che trascende questa vita terrena.
Ecco tutta l'attualità del messaggio di sant'Andrea ed ecco perchè la celebrazione dell'VIII centenario della traslazione delle reliquie da Costantinopoli ad Amalfi deve essere vissuta come occasione non solo di ascoltare "ma anche ad accogliere di nuovo - ha detto il cardinale - il messaggio di sant'Andrea:  "abbiamo trovato il Messia". Questa celebrazione non può essere solo un evento folcloristico, per bello e piacevole che sia. In questa celebrazione si deve ripetere, confermare e rinnovare la nostra fede battesimale, il nostro Credo in Gesù Cristo, unico redentore e salvatore nostro e di tutto il mondo".
Oggi più che mai, ha proseguito il porporato, abbiamo bisogno di fermarci nella casa di Gesù. "La casa di Gesù - ha poi spiegato - è la casa della Parola" e l'uomo ha più che mai bisogno di fermarsi in questa casa. "L'ignoranza della Parola - ha spiegato ancora - nella Sacra Scrittura è ignoranza di Gesù stesso", dunque il cristiano deve imparare ad ascoltare e a ponderare ciò che sentiamo, se vogliamo realmente conoscere Gesù. Ma la casa di Gesù è anche la "casa del pane" alla quale anche noi siamo invitati per nutrirci consapevoli del fatto che "in questo pane eucaristico - ha aggiunto Kasper - Gesù non ci dà un nutrimento transitorio, ma il cibo di vita eterna". Ma la casa di Gesù si trova anche nella casa del Padre, anzi è la casa del Padre e in questa casa noi siamo invitati perché "la casa del Padre è la nostra del nostro Padre comune - ha detto ancora il cardinale -, la casa dove noi tutti siamo una sola famiglia, dove non solo possiamo sentirci insieme a casa, ma dove dobbiamo anche comportarci come in famiglia. E in questa casa comune, nessuno vive soltanto per se stesso, ma è chiamato a vivere in solidarietà con gli altri, una solidarietà nella vicinanza, nella città, ed oggi, come mai prima, con tutto il mondo, soprattutto con i deboli, gli emarginati, i perseguitati che secondo Gesù sono i privilegiati per la casa del Padre".
Il cardinale ha concluso elevando la preghiera al santo affinché guidi gli amalfitani nella casa del Padre comune, restituendo a tutti e a ciascuno la fede, la speranza e la carità necessarie "per essere veri seguaci e testimoni di Cristo nel mondo".

(©L'Osservatore Romano - 10 maggio 2008)