Cristiani, ebrei e islamici ai funerali di don Jacques

colomba pace 1 mediaROUEN, 2. Si sono svolti oggi, alle 14, nella cattedrale di Rouen, i funerali di don Jacques Hamel, il sacerdote ucciso nella chiesa di Saint Étienne-du-Rouvray per mano dei jihadisti. Alle esequie hanno preso parte, oltre a diverse alte autorità, tra le quali il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, anche un centinaio di giovani normanni rientrati dalla giornata della gioventù di Cracovia e fedeli ebrei e musulmani.
Questi ultimi hanno anche lanciato una raccolta di fondi per aiutare la famiglia del sacerdote ucciso. La messa è stata celebrata dall’arcivescovo di Rouen, Dominique Lebrun, il quale, in un’intervista rilasciata a Tv2000 è tornato a parlare di quanto accaduto domenica, con la presenza di numerosi fedeli musulmani in molte chiese del Paese, in segno di solidarietà: «Il gesto dei responsabili musulmani — ha detto il presule — lo ritengo coraggioso soprattutto sapendo che nella loro tradizione ci sono diverse interpretazioni dei rapporti con i cristiani». Domenica, ha aggiunto, «nella nostra cattedrale erano presenti circa 1500 persone di cui 150 musulmani. Abbiamo accolto i nostri amici islamici come fratelli. Si sono dimostrati molto disponibili. Poco prima della messa ci hanno detto: “Siamo qui per amicizia”. È importante — ha concluso il presule — incontrarsi e capirsi, senza confusioni: la fraternità può cominciare dal non avere reciprocamente paura». E ha ricordato come, ai tempi in cui era ancora parroco, ai bambini musulmani fosse vietato di entrare in chiesa. Apprezzamento per il gesto di domenica viene anche dai vescovi italiani, i quali, ha ricordato il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale Angelo Bagnasco, «hanno chiesto un grande aiuto al mondo islamico moderato, perché riteniamo che la reazione migliore sia proprio quella di una voce unitaria di condanna assoluta e senza esitazione da parte di tutto il mondo islamico moderato». Quello di domenica, ha detto il porporato ai microfoni di Radio vaticana «è un segno: non è nient’altro che un segno, ma un segno — ripeto — molto importante e molto significativo. Ci auguriamo che ci siano altri segni di condanna da parte dei musulmani moderati e dei non fondamentalisti». Che intanto, sempre oggi, a Bologna, hanno preso parte anche alla messa celebrata nella chiesa di San Benedetto dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi in memoria delle vittime dell’attentato terroristico del 1980 compiuto presso la stazione ferroviaria. Anche Foad Aodi, presidente delle Comunità del mondo arabo in Italia, ha voluto ringraziare i fedeli islamici: «Ventitremila grazie ai musulmani da parte del presidente delle comunità del mondo arabo in Italia per aver dimostrato ancora una volta che il terrorismo non ha una religione, non ha una civiltà. Ventitremila ringraziamenti anche agli italiani e ai romagnoli, a quelli che credono nella pace e nel dialogo interreligioso. Noi diciamo un no secco all’Isis». Aodi domenica ha partecipato alla messa nella chiesa di San Giuseppe a Cesenatico.

© Osservatore Romano - 3 agosto 2016