Aleppo: dai bambini di Siria la preghiera per la pace
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- Creato: 02 Giugno 2016
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La guerra in Siria, divampata nel marzo 2011 come moto di protesta contro il presidente Bashar al-Assad, ha causato in cinque anni 280mila morti (secondo alcune fonti sono 470mila) e milioni di sfollati. Fra le vittime, almeno 80mila sono civili e di questi quasi 14mila sono bambini (cifre aggiornate al marzo scorso). Ad oggi almeno 250mila minori vivono in condizioni di brutale assedio, in zone definite da attivisti e Ong “carceri a cielo aperto”. Quasi due milioni e mezzo sotto i cinque anni sono a rischio malnutrizione.
Per sensibilizzare la comunità internazionale sulle violenze che colpiscono anche i più piccoli, le Chiese cattoliche e ortodosse in Siria hanno promosso una speciale giornata di preghiera, rilanciata dal papa stesso il 29 maggio scorso durante la preghiera mariana. Centinaia di bambini si sono riuniti oggi a Damasco, Aleppo, Homs, Tartous e Marmarita per chiedere la grazia della pace e un futuro di speranza.
Oltre alla preghiera, la parrocchia latina di San Francesco celebra nel tardo pomeriggio di oggi una messa speciale dedicata ai bambini. “La chiesa è addobbata di palloncini - racconta p. Ibrahim - e ci saranno i genitori con i loro bambini”. Saranno “almeno 300, ma forse molti di più”, prosegue il sacerdote, che si riuniscono per “far sentire la loro voce contro la guerra, lo sfruttamento, le violenze” in unione e comunione “con tutti i bambini del mondo”. La nostra speranza, aggiunge, è che “possano crescere come il bambino di Nazareth, in grazia e sapienza”.
Per alleviare le sofferenze e i traumi della guerra, la parrocchia latina di San Francesco ad Aleppo ha organizzato un campo estivo che accoglie, ogni giorno, centinaia di bambini. “Vogliamo farli uscire dalle loro case - racconta p. Ibrahim - fare in modo che possano vincere la paura”. Fra le attività quotidiane “un incontro di catechesi su Gesù, poi il teatro con rappresentazioni di misericordia corporale e spirituale tratti dal Vangelo, giochi, animazione, canti e balli a sfondo religioso e lavori manuali, momenti di preghiera. C’è anche l’angolo della cucina - conclude il sacerdote - dove possono mangiare carne, bere latte e altri elementi che non si trovano nelle loro case… Sono bambini che vogliono rispondere con la vita alla violenza della guerra”.(DS)
© http://www.asianews.it - 1 giugno 2016