Solidarietà ai cristiani della Striscia di Gaza

padre raedGERUSALEMME, 3. Una raccolta fondi per offrire regali di Natale alle famiglie cristiane di Gaza è stata lanciata da Caritas Gerusalemme. Con lo slogan «“Dalla famiglia alla famiglia: Regali di Natale per Gaza », l’ente caritativo cattolico si pone l’obiettivo di raccogliere quest’anno cinquantamila dollari per l’acquisto dei doni.
Nel presentare l’iniziativa, i responsabili di Caritas Gerusalemme ricordano che Natale è un tempo di festa e di gioia per molte famiglie, con scambi di regali e gesti piccoli e grandi rivolti, in particolare, ai bambini. Per questo il pensiero va alle realtà più sfortunate e bisognose, nel mezzo delle difficoltà economiche e di vita, quando non si ha denaro sufficiente a scambiarsi un piccolo dono simbolico per le festività natalizie. «Gaza — ha spiegato all’agenzia AsiaNews padre Raed Abusahlia, direttore generale di Caritas Gerusalemme — è la più grande prigione a cielo aperto al mondo: due milioni di persone sotto la soglia della sopravvivenza, disoccupazione al 60 per cento, povertà all’80 per cento circa. E lo stesso vale per le famiglie cristiane, poco più di trecentocinquanta in tutta la Striscia (1300 persone in totale)». Dal 1990 la Caritas è attiva nella Striscia di Gaza e aiuta e sostiene, senza distinzioni, cristiani e musulmani, così come misto è il personale impiegato al suo interno e le strutture di accoglienza, soprattutto gli ospedali sono aperti a tutti. «Per Natale — ha aggiunto padre Raed — abbiamo voluto lanciare un segnale forte di vicinanza e di solidarietà ai cristiani». Caritas Gerusalemme non è certo nuova a questo tipo di iniziative di solidarietà. In passato, infatti, ha lanciato la campagna «Da una mano all’altra», nella quale veniva chiesto agli studenti delle scuole cristiane di Ramallah, Gerusalemme e Betlemme di comprare un regalo per un bambino povero di Gaza: un piccolo giocattolo, un vestito. «Adesso — ha ricordato padre Raed — il nostro obiettivo è aiutare cattolici e ortodossi. Il 34 per cento delle famiglie cristiane di Gaza “non ha nulla”, dipende in tutto dagli aiuti e dalle associazioni che operano nella Striscia ». Inoltre, con questa campagna la Caritas Gerusalemme vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e i cristiani nel mondo sulle sofferenze della popolazione cristiana di Gaza. «Qui la gente si sente abbandonata — ha proseguito il religioso — e in molti di loro è forte il desiderio di fuggire, se un giorno dovessero aprire i confini. A differenza dei cristiani di Siria e dell’Iraq, però, il loro desiderio di fuga non è alimentato da persecuzioni. Essi — ha precisato — vivono le stesse difficoltà delle famiglie musulmane, il problema di fondo è la mancanza di denaro, di lavoro, di prospettive per il futuro». Al riguardo, il direttore di Caritas Gerusalemme, lancia un appello ai cristiani dell’Occidente. «Non vogliamo soldi, non vi chiedo di aderire alla campagna di raccolta fondi, anche se i bisogni aumentano ogni giorno e le necessità sono veramente tante». A voi cristiani d’Occidente, ha concluso padre Raed, «chiedo di venire a trovarci in Terra santa, a voi chiedo di partecipare ai pellegrinaggi, di venire qui a portare nel concreto la vostra solidarietà. La permanenza dei cristiani di Terra santa in questa nostra terra, non è solo responsabilità nostra. Vescovi, sacerdoti, incoraggiate i vostri fedeli a compiere un pellegrinaggio qui, dove tutto ha avuto origine. Non c’è pericolo alcuno, anche se la pace resta il nostro più grande desiderio. Ogni cristiano ha il diritto, il dovere e anche l’obbligo di venire almeno una volta nella vita in Terra santa». I doni raccolti, destinati alle famiglie più bisognose, verranno distribuiti domenica 20 dicembre, a conclusione della messa di Natale che sarà presieduta dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Fouad Twal.

© Osservatore Romano - 4 dicembre 2015