Attesa per la visita del Papa al Consiglio ecumenico delle Chiese

ecumeneGinevra, 15. Fervono i preparativi a Ginevra per la prossima visita del Papa, il 21 giugno, nella sede del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), in occasione del settantesimo anniversario di questo organismo, fondato ad Amsterdam nel 1948, rappresentativo delle principali confessioni cristiane nel mondo intero.

L’arrivo di Francesco suggellerà la storica ricorrenza, che sarà celebrata nella città svizzera con una serie di iniziative, a partire dal 15 giugno, promosse dal comitato centrale, organo di governo del Cec, formato da 150 membri, convocati ogni due anni per valutare le attività intraprese e orientare le nuove.

Il Cec, o World Council of Churches (Wcc), vede oggi associate trecentoquarantotto tra Chiese e comunità ecclesiali: anglicane, evangeliche, ortodosse e vetero-cattoliche, cui fanno riferimento oltre mezzo miliardo di cristiani, in 110 paesi nei cinque continenti. La riunione del comitato centrale, dal 15 al 21 giugno prossimi, seguirà quella semestrale, il 13 e 14 giugno, del comitato esecutivo, ristretto a 25 membri.

Tra i tanti temi in agenda di questa speciale sessione, legata all’anniversario, prioritario sarà quello dello stato della ricerca, sempre in evoluzione, dell’unità dei cristiani. Altro argomento di dibattito sarà l’esame del documento — già messo a punto — per un ripensamento della diaconia ecumenica. Testo cui ha lavorato per quattro anni un gruppo di lavoro formato da membri del Cec, di Act Alliance e della Federazione luterana mondiale. Un cammino «intrapreso — spiega Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del Cec — per facilitare e fornire nuove energie alle Chiese, così alle organizzazioni ecumeniche e ai ministeri pastorali in un’epoca caratterizzata da nuovi bisogni e minori risorse». In questa particolare prospettiva, «l’obiettivo è realizzare ponti e nuove comprensioni teologiche». Infatti, aggiunge la responsabile del Cec, «la posta in gioco è molto alta e le Chiese dovranno essere unite per affrontare la povertà, la fame, le crisi, le guerre, la tutela della salute globale, le disparità finanziarie, le ingiustizie».

© Osservatore Romano - 16 gugno 2018