Svizzera Le conclusioni dell’assemblea della Comunione di chiese protestanti in Europa. Insieme sulla stessa strada L'Osservatore Romano

olav tveit 4(Riccardo Burigana) «Trovarsi insieme sulla stessa strada, la strada di coloro che soffrono nel mondo, vuol dire essere “connessi” orizzontalmente e verticalmente con la Trinità: ci si deve impegnare nella missione di Dio camminando, pregando e lavorando per essere trasformati insieme dalla Parola di Dio»: è quanto ha affermato il segretario generale del World Council of Churches (Wcc) il reverendo Olav Fykse Tveit, durante i lavori dell’ottava assemblea generale della Comunione di Chiese protestanti in Europa (Ccpe), che si è tenuta nei giorni scorsi a Basilea.
Il segretario generale del Wcc ha sottolineato la profonda sintonia tra l’impegno ecumenico della Ccpe e il pellegrinaggio per la giustizia e per la pace, che costituisce una delle priorità per il Consiglio dopo l’assemblea di Busan.
Celebrare l’ottava assemblea generale a Basilea per la Ccpe, le cui parole chiave sono state «Liberi, connessi, impegnati», è stato un ritorno alle radici della propria storia dal momento che nel 1973, a Leuenberg, a pochi chilometri da Basilea, venne sottoscritto il documento che è alla base dell’esperienza ecumenica che in questi anni, pur tra qualche difficoltà, ha mostrato come si possa vivere nell’unità nella diversità, andando oltre quelle divisioni che sembravano insuperabili. Al tempo stesso, come ha ricordato il pastore Gottfried Locher, presidente della Ccpe, tenere questa assemblea a Basilea voleva essere anche un invito a riflettere sull’importanza della Riforma del XVI secolo, che ebbe a Basilea uno dei centri più attivi nella riflessione teologica, che va letto in un orizzonte storico più ampio. A Basilea si tenne un concilio di riforma della Chiesa, tante furono le iniziative a sostegno delle Chiese nate dalla Riforma da parte delle comunità di Basilea e, per venire alla più recente storia del movimento ecumenico, nel 1989 si tenne la prima assemblea ecumenica europea.
Nell’assemblea della Comunione di Chiese protestanti in Europa, che è composta da novantaquattro membri che sono presenti in più di trenta paesi in Europa, sono state affrontate varie questioni: la situazione del pluralismo religioso nel vecchio Continente con le sfide che questa situazione comporta per i cristiani al loro interno e nel dialogo con le altre religioni, in particolare con l’islam. Il rapporto tra la vita quotidiana delle comunità cristiane e l’accoglienza dei migranti, alla luce delle tante esperienze che, anche da un punto di vista ecumenico, mostrano quanto centrale sia la costruzione di una cultura dell’accoglienza per i cristiani in Europa. Lo stato del cammino ecumenico che mostra una singolare situazione, tanto più dopo la commemorazione comune del cinquecentesimo anniversario dell’inizio della Riforma; la necessità di trovare nuove forme per un’educazione permanente alla fede in grado di far cogliere le novità delle Chiese, soprattutto quelle sulla strada di una comunione sempre più visibile.
Tra i documenti approvati va segnalato quello sulla situazione in Siria, nel quale, dopo aver fatto memoria dei passi degli ultimi anni per la costruzione della pace, si ricordano le sofferenze delle comunità cristiane della regione e le responsabilità politiche per la situazione presente, invitando a rinnovare l’impegno spirituale e materiale per la pace della regione, che passa anche attraverso un aiuto concreto alle comunità cristiane, la cui stessa presenza nella regione è continuamente minacciata.
Sulla dimensione della condivisione della sofferenza è tornato anche monsignor Matthias Türk che, portando il saluto della Santa Sede, ha ricordato che i cristiani sono chiamati a operare per alleviare sofferenze e povertà nel mondo in nome di Cristo, tenendo conto che «la fede delle vittime dell’ingiustizia e della violenza — ha detto — è un incentivo per raggiungere una fraternità sempre più piena tra cristiani».
Nel corso dell’assemblea Gottfried Locher è stato rieletto presidente esecutivo della Ccpe per il prossimo triennio; Locher sarà accompagnato dalla luterana tedesca Miriam Rose e dall’inglese John Bradbury delle Chiese unite nella presidenza della Ccpe. Appena rieletto, Locher ha voluto ricordare che per la Comunione di Chiese protestanti in Europa è fondamentale «unire le proprie voci per testimoniare il Vangelo» tanto più in un tempo nel quale è evidente che «nessuna lingua e nessuna cultura da sola può assicurare la coesione all’Europa». E nel continente i cristiani devono trovare sempre nuove strade per vivere la diversità nell’unità così da poter accogliere i doni degli altri. 

L'Osservatore Romano, 27-28 settembre 2018