Stragi in Siria · Oltre cento militari governativi uccisi in raid della coalizione internazionale a guida statunitense ·

guerra in siriaNel Ghouta orientale ottanta persone muoiono nell’offensiva delle forze di Damasco

In Siria continua la strage. Questo sta infatti avvenendo nel paese, dopo sette anni di conflitto e

un lungo processo diplomatico che sul terreno, purtroppo, non riesce a dare frutti. In meno di 48 ore, in diverse zone, è andata in scena un’autentica carneficina, con circa duecento morti tra civili e combattenti. L’ultima, in ordine cronologico, è avvenuta questa mattina, quando un raid della coalizione internazionale a guida statunitense ha colpito le forze governative siriane, uccidendo cento soldati.

L’attacco è avvenuto nell’est della Siria. I bombardamenti sono stati condotti per contrastare «un attacco ingiustificato dei governativi contro il quartier generale delle Forze siriane democratiche [un gruppo di ribelli] impegnati nella lotta contro il sedicente stato islamico» ha reso noto il comando centrale degli Stati Uniti. «Stimiamo che oltre cento militari governativi siano stati uccisi mentre combattevano contro le forze dei ribelli» ha detto un ufficiale militare statunitense. Stando alle ricostruzioni fornite dalla stampa, l’attacco contro i ribelli ha avuto luogo a est del fiume Eufrate. I militari governativi stavano tentando di impadronirsi di un pozzo petrolifero nella regione di Deir Ezzor, come riferiscono media citando fonti locali e rappresentanti della coalizione.

Fonti governative siriane non confermano né smentiscono per il momento la notizia, che non può essere verificata in maniera indipendente.

E intanto, ieri, nel Ghouta orientale, regione a est di Damasco controllata dai ribelli, oltre ottanta persone — miliziani e civili — sono state uccise in bombardamenti governativi. È il peggiore massacro dall’inizio dell’offensiva delle forze governative nella zona, il 25 dicembre scorso.

Anche nella capitale e in alcuni sobborghi sotto il controllo governativo i civili fanno le spese dei combattimenti, sebbene in misura minore. L’agenzia Sana riferisce che ieri due persone, tra cui un bambino, sono state uccise da razzi o colpi di mortaio lanciati dai ribelli. Sempre vicino a Damasco, nella località di Jamraya, sarebbe avvenuto la notte scorsa un raid aereo israeliano.

Infine, a nord del paese, nella zona di Afrin, sta avendo luogo un altro terribile conflitto: quello tra i turchi e i curdi siriani. In poco più di tre settimane, l’offensiva delle forze di Ankara ha causato trecento morti e la fuga di circa quindicimila persone.

© Osservatore Romano     8.2.2018