Diga sul Nilo, riprende il dialogo tra Etiopia, Egitto e Sudan (+ audio)
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- Creato: 04 Gennaio 2021
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Elvira Ragosta – Città del Vaticano
La grande diga del rinascimento (Gerd) costruita sul Nilo Azzurro da Addis Abeba torna al centro dei negoziati tra Etiopia, Egitto e Sudan. Bloccato da mesi, il dialogo è ripreso domenica 3 gennaio con un incontro in videoconferenza alla presenza di funzionari del Sudafrica, Paese che detiene la presidenza di turno dell'Unione africana. Il Cairo e Khartoum, che temono per il proprio approvvigionamento idrico, vogliono un accordo giuridicamente vincolante, in particolare sulla gestione della diga e sul riempimento del bacino. Ulteriori discussioni bilateri fra i Paesi continueranno nel corso di questa settimana, secondo quanto riportato da un comunicato del ministero sudanese dell'Irrigazione e dell'acqua, con esperti e osservatori, in vista di un nuovo vertice che dovrebbe svolgersi domenica 10 gennaio. L'Etiopia ritiene la grande diga essenziale per la produzione elettrica e assicura che non ci saranno variazioni rilevanti di portata del Nilo, di cui l'Azzurro è affluente. Per Marco di Liddo, analista del Centro Studi internazionali, sono tre i motivi che hanno portato nel corso dei mesi precedenti all’arenarsi del dialogo tra i tre Paesi: “Il primo è che le parti non riuscivano a trovare un accordo e quindi i negoziati tecnicamente non potevano proseguire; il secondo è legato alla transizione a livello di amministrazione presidenziale americana e gli Stati Uniti erano stati tra i principali mediatori nella disputa; e poi perché l’Etiopia è stata coinvolta nel sanguinoso conflitto interno che ha riguardato la regione del Tigray”.
La base del negoziato
L’analista del Cesi sottolinea che il problema riguarda i livelli e le tempistiche nel riempimento della diga: “I Paesi a Valle, Sudan ed Egitto, chiedono che la diga non sia riempita totalmente e che livello di riempimento proceda in maniera molto graduale per non compromettere l’approvvigionamento idrico e fluviale nella parte bassa del corso del Nilo. Gli etiopi negano che ci possano essere problemi di questo tipo e vogliono riempire la diga velocemente a un livello più alto possibile per andare avanti con i loro progetti di irrigazione e produzione idroelettrica nazionale”. Dal punto di vista tecnico, osserva Di Liddo, in questo momento la diga non ha ancora iniziato a produrre l'energia elettrica e le attività di distribuzione idrica per la quale è stata costruita.
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