La finta riforma delle carceri egiziane di Rania al Malky

carceri egizianeIl presidente Abdel Fattah al Sisi vuole realizzare nuove strutture detentive, nell'ambito del suo piano per "proteggere i diritti umani". Ma è solo un'operazione di facciata.  --  Pochi giorni dopo aver lanciato la prima strategia nazionale per i diritti umani, durante un'intervista trasmessa in tv il 15 settembre, il presidente Abdel Fattah al Sisi ha annunciato l'inaugurazione del più vasto complesso carcerario d'Egitto.

È assodato che più grande è la menzogna, più persone ci crederanno. La cerimonia per la presentazione del piano sui diritti umani è cominciata con un "documentario": una narrazione dalla sceneggiatura ineccepibile, con tanto di riprese fatte con i droni, inquadrature mozzafiato e persone felici e sorridenti che chiedono uguaglianza nei diritti di cittadinanza e la fine delle discriminazioni. Sono otto minuti che tengono dentro tutto. Una donna cristiana chiede di praticare liberamente la sua fede; una ragazza chiede istruzione; un bambino chiede protezione da ogni tipo di violenza. Compare perfino un detenuto che invoca la riabilitazione mentre svolge diligentemente le sue faccende quotidiane in un impeccabile istituto carcerario. Il narratore elenca successi senza precedenti soffermandosi sugli sforzi dell'esercito per tenere a bada i terroristi cattivi: programmi di religione aggiornati, più donne in politica e nella magistratura, leggi a tutela dei minori, armonia interconfessionale e alloggi a basso costo per coppie giovani e felici. La ciliegina sulla torta è una sequenza che descrive come la costituzione garantisca la libertà di espressione online, sulla stampa e in radio e in tv.

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