Il dialogo tra le religioni è una necessità · Visita in Croazia del cardinale segretario di Stato ·

croazia«Oggi non si può più disgiungere l’essere religiosi dall’essere “interreligiosi”» perché «alla luce delle presenti minacce» alla pace in varie parti del mondo una «positiva relazione tra le religioni appare una necessità assoluta». Lo ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin parlando

lunedì 30 ottobre a Zagabria ai leader di altre religioni e denominazioni cristiane, nell’ambito della visita compiuta in Croazia dalla sera di domenica 29 a martedì 31.

Il segretario di Stato li ha incontrati nel pomeriggio, nella sede della nunziatura apostolica, evidenziando che «quando tra i credenti prevalgono il pregiudizio e l’incomprensione delle altre religioni e la non conoscenza della propria fede, i nemici della religione sollevano il capo e la strumentalizzano». Per questo «diventa urgente la condivisione delle proprie ricchezze spirituali e la valorizzazione di quanto unisce, nelle credenze pur diverse». Certo, ha chiarito, «ciò richiede una coraggiosa evoluzione, giacché i limiti dell’ignoranza sono stati spesso motivo di intolleranza, lotte e divisioni; e una genuina accettazione dell’altro, con la sincera volontà di riconciliazione»; ma, ha spiegato il porporato, «se vogliamo veramente arrecare beneficio alla società, dovremmo stimolarci nella ricerca di norme comuni che permettano all’umanità una convivenza nella giustizia».

Successivamente il cardinale Parolin si è recato nella vicina sede della Conferenza episcopale croata per dialogare con i vescovi. Introducendo il dibattito, ha ribadito che il paese «possiede un’identità cristiana di radici secolari» al punto che «il cristianesimo costituisce l’elemento strutturante della società nella sua dimensione non solo religiosa, ma anche educativa e culturale, dove la Chiesa ha trovato un importante campo di evangelizzazione». In proposito ha ricordato come «la dittatura comunista, dal 1945 al 1990, abbia fatto di tutto per troncare il legame che unisce la gente di Croazia con la Santa Sede, rendendo la Chiesa oggetto di una persecuzione sistematica». Eppure, nonostante ciò, «né i campi di concentramento, né il tentativo di ateizzazione sistematica» hanno «potuto cancellare» la «maturità di questa Chiesa». Attualizzando la riflessione il cardinale Parolin ha dunque esortato i vescovi a «salvaguardare e potenziare quest’eredità. È un impegno indispensabile perché l’identità cristiana della Croazia abbia non soltanto un passato e un presente, ma anche un futuro».

© Osservatore Romano  31.10.2017