Kazen: anche i cristiani tra le vittime dell'offensiva in corso nel nordest siriano

Unimmagine della linea del fronte in cui si svolgono le operazioni militari turche dal lato siriano ANSA cq5dam.thumbnail.cropped.750.422Non c'è pace per la popolazione della Siria. Ad essere minacciati sono ora gli abitanti della parte nordorientale del Paese a causa dell'operazione militare turca contro le milizie curde che governano quel territorio. Cresce la mobilitazione internazionale, con Francia e Germania che hanno annunciato di bloccare l'esportazione di armi verso Ankara e gli Usa che hanno minacciato sanzioni, ma aumenta il bilancio delle vittime e degli sfollati. La preoccupazione del vicario apostolico di Aleppo, monsignor Kazen

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Dopo cinque giorni di bombardamenti turchi nel nordest della Siria, Ankara rimane ferma sulle proprie posizioni nonostante la mobilitazione internazionale contro i raid. Le forze turche, appoggiate da combattenti locali ed elementi jihadisti, sono entrate ieri a Ras al-Ain, località strategica curda al confine con la Turchia, annunciandone la presa. Secondo le autorità curde i combattimenti starebbero invece continuando, come confermato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani secondo cui ci sarebbero state “esecuzioni sommarie” di almeno nove civili da parte dei miliziani filo Ankara, tra cui l'attivista Hevrin Khalaf, assassinata ieri. Circa 800 affiliati dell'Isis sarebbero poi scappati da uno dei campi in cui si trovavano. Salgono i bilanci delle vittime, anche se sul terreno rimane difficile verificare in maniera indipendente le diverse informazioni: fonti concordanti parlano di altri 40 siriani uccisi, a cui nelle ultime ore si aggiungerebbero diversi civili.

Stop all'esportazioni di armi

leggi tutto