Bosnia Erzegovina Dopo le pressioni della comunità internazionale i migranti saranno trasferiti in strutture migliori. Chiuso il “campo inferno” di Vucjak L'Osservatore Romano

profugo bosnia Sotto la crescente pressione della comunità internazionale e con il tremendo inverno balcanico che si fa già sentire, le autorità bosniache hanno annunciato ieri la decisione di chiudere definitivamente il campo profughi di Vucjak, preso Bihac, nel nordovest del Paese, a ridosso del confine con la Croazia, dove centinaia di migranti mediorientali e africani vivono da mesi in condizioni divenute sempre più insostenibili, senza acqua corrente né elettricità, e privi dei più elementari servizi igienico-sanitari. Il campo, ricavato da una ex discarica, era chiamato “campo inferno”. Era situato, tra l’altro, non lontano da terreni infestati da mine risalenti al conflitto armato in Bosnia del 1992-1995.
L’Unione europea aveva più volte richiamato l’attenzione della comunità internazionale sulle terribili condizioni del campo, chiedendone la chiusura. «Le condizioni di vita di centinaia di esseri umani nel campo improvvisato di Vucjak sono vergognose. Quel campo non avrebbe mai dovuto essere aperto», ha detto ieri il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, in una conferenza stampa tenuta dopo una visita effettuata negli ultimi giorni in Bosnia ed Erzegovina, durante la quale Mijatovic si è recata anche a Vucjak. Come accennato, le terribili condizioni di vita a Vucjak si sono fatte ancora più drammatiche con l’arrivo della neve e del freddo intenso, con temperature che durante la notte scendono sotto le zero. Pressocché nessuno dei profughi dispone di scarpe e abbigliamento adatto, e per riscaldarsi si accendono fuochi con la legna presa nei boschi.
Ora il campo sarà chiuso e i circa 600 migranti che vi abitavano saranno trasferiti. «Stiamo lavorando intensamente per allestire al meglio la ex caserma di Blazuj, presso Sarajevo, che sarà pronta al più presto», ha affermato il ministro della sicurezza bosniaco Dragan Mektic.

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