Cosa ho imparato da Tolstoj - by olga sedakova

tolstojPer Tolstoj l’arte serve a educare i sentimenti, e io sono felice di aver seguito questa scuola fin da bambina, fin da quando ho letto per la prima volta la sua opera giovanile, la trilogia Infanzia, Adolescenza e Giovinezza.

Quali sentimenti? Anzitutto la percezione stessa del sentimento, e quindi anche dell’impassibilità o dell’insensibilità, della «pietrificata insensibilità» di cui parla la preghiera di Giovanni Crisostomo. Per sentimento intendo non uno stato emotivo concreto come nell’uso corrente della parola, «sentimento», che di solito viene espressa al plurale. Esiste una moltitudine di «sentimenti», ma il sentimento è uno. È la percezione immediata, piena e viva di ciò che sta accadendo, è la presenza nel mondo, l’apertura. Le cose hanno un certo aspetto se le si guarda da una posizione di insensibilità, ne assumono un altro se le si guarda con sentimento. Anche il riconoscere dentro di sé questo sentimento o la sua assenza è un sentimento, perché non lo si può spiegare e «oggettivare» fino in fondo.

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