In Turchia, i Siriani sono privati dei diritti e della dignità

 

 

 

Cittadini turchi hanno attaccato i negozi di rifugiati siriani

 

"Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale. "

canto XVII del Paradiso dantesco

 

 

Articolo di Steven Sahiounie14 giugno, 2022

Traduzione di Maria Antonietta Carta

Suleyman Soylu, Ministro dell'Interno turco, ha annunciato sabato nuove misure riguardanti i Siriani che vivono in Turchia.

In primo luogo, Ankara vieta a tutti i Siriani di visitare i loro parenti in Siria durante la prossima festa musulmana di Eid al-Adha, che si svolgerà a metà luglio. Un divieto simile era stato applicato all'inizio dell'anno per la festa di Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan. I rifugiati possono perdere il loro status di protezione se tornano in Siria.

In secondo luogo, segno del crescente malcontento sociale, Ankara ha adottato nuove misure per limitare la circolazione in Turchia ai Siriani titolari di permessi di soggiorno. La percentuale di quelli autorizzati a vivere nei quartieri sarà ridotta al 20 per cento e 1.200 distretti saranno chiusi dal 1° luglio.

La Turchia rinnovava i permessi di soggiorno ogni sei mesi, ma recentemente ha ridotto la loro durata a tre mesi. Secondo le nuove regole, i Siriani che richiederanno il loro prossimo permesso di soggiorno non potranno continuare a vivere in quartieri o città con più del 20% di popolazione siriana. Saranno costretti a scegliere tra tornare in Siria o trasferirsi in nuove località che hanno una minore concentrazione di Siriani. Ciò significherà perdere la casa, il lavoro e amici o vicini turchi da cui ricevevano un supporto emotivo.

Gli esperti prevedono che le tensioni sociali aumenteranno con il nuovo schema di distribuzione che costringe i Siriani a trasferirsi in altre aree. Essi cercheranno probabilmente di rimanere invisibili per evitare conflitti con le popolazioni locali.

La Turchia attua un regime di protezione temporanea, che garantisce il diritto al soggiorno legale e un certo livello di accesso ai diritti e ai servizi di base, ma deve essere periodicamente rinnovato. Sono presenti oltre 3.735.000 di rifugiati siriani registrati, di cui circa 51.000 vivono in sette campi situati principalmente nelle regioni sud orientali del Paese. Il resto vive in comunità ospitanti, principalmente nelle città di Istanbul, Gaziantep, Hatay e Sanliurefa. A Kilis risiedono 145.826 cittadini turchi e 107.468 siriani registrati; segue da Hatay con il 20,6% di popolazione siriana. In base alle nuove misure, i tassisti possono chiedere ai clienti i loro documenti ufficiali quando viaggiano in città diverse. Gli esperti hanno criticato il governo turco per aver utilizzato i civili come controllori dell'immigrazione.

 

I Siriani sono pedine nelle prossime elezioni

Nel giugno 2023, si svolgeranno le elezioni politiche. L'economia è in crisi, con la lira turca ai minimi storici. I Siriani che vivono in Turchia sono considerati la causa di tutti i mali domestici. I politici di estrema destra capitalizzano l'indignazione sociale con una retorica provocatoria anti-migranti per ottenere vantaggi politici alle elezioni.

I Turchi incolpano i Siriani di aver rubato i loro posti di lavoro e fatto aumentare i prezzi degli affitti. È noto che i Siriani accettano salari bassi per sopravvivere e cercano di mantenere un basso profilo per evitare ritorsioni.

Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano all'opposizione, si è impegnato a farli tornare in Siria entro due anni nel caso vincesse e altri partiti di opposizione hanno fatto promesse simili. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo partito AK devono placare il risentimento pubblico contro i rifugiati per rimanere in carica. Erdogan sta cercando di tenere il passo con il sentimento anti-migranti che risuona in tutta la Turchia, ma rispettando il patto con l'UE per mantenere rifugiati e migranti in Turchia, che è costato miliardi di euro all'UE.

I Siriani sono registrati in Turchia con lo status di protezione temporanea designato dalle Nazioni Unite e il governo non può espellerli finché non infrangono le leggi o violano i termini del loro status.

 

Il piano di Erdogan per il reinsediamento in una zona sicura

Erdogan ha incoraggiato un ritorno volontario in Siria e già circa 500.000 Siriani lo hanno fatto. Il mese scorso ha annunciato che intende reinsediare un milione di Siriani in "zone sicure" nel nord della Siria, vicino al confine turco. Il suo piano ha due scopi: ripulire l'area dai Curdi, che considera terroristi, e promuovere la sua campagna per la rielezione mantenendo la promessa di sbarazzarsi dei Siriani in Turchia.

Erdogan ha dichiarato di aver costruito 59.000 case a Idlib per i Siriani che rientrano. Idlib è l'ultima area occupata dai terroristi. Hayat Tahrir al-Sham, l’affiliata di al-Qaeda in Siria ex Jibhat al-Nusra, controlla Idlib e tiene circa tre milioni di civili come scudi umani. Il Presidente turco ha sostenuto e protetto i terroristi a Idlib e ha eretto dozzine di avamposti militari per prevenire attacchi russi o siriani contro i terroristi.

Nel 2019, si era accordato con Putin per separare i terroristi dai civili a Idlib e salvaguardare l’accesso all'autostrada M4 che collega Latakia con Aleppo, ma la Turchia non è riuscita a mantenere l'accordo. Gli analisti hanno accusato Erdogan di utilizzare le "zone sicure" per effettuare la pulizia etnica che altera i dati demografici nel nord della Siria. Le forze turche e le forze democratiche siriane (SDF) si scontrano spesso nelle aree occupate dalla Turchia. Le SDF, sostenute dagli USA, hanno collaborato nella lotta all'ISIS, ma Erdogan considera la milizia sostenuta dagli Stati Uniti un gruppo terroristico a causa dei suoi legami con l'YPG e il PKK.

Organizzazioni per i diritti umani hanno accusato questi terroristi alleati del governo turco di torturare, rapire, ricattare civili e sequestrare le proprietà dei Curdi fuggiti dagli attacchi turchi.“

La Turchia ha trasferito i residenti siriani ad Ankara dopo lo scoppio di una rivolta contro i migranti. I Siriani hanno segnalato commenti razzisti e temono di parlare arabo in pubblico per paura dell'incolumità personale. Una donna siriana di 70 anni è stata recentemente presa a calci in faccia da un turco a Gaziantep.

Il numero di rifugiati espulsi dalla Turchia è aumentato del 70 per cento quest'anno.

"La Turchia sotto Erdogan non dovrebbe e non può essere vista come un alleato", ha affermato il senatore Bob Menendez del New Jersey, il democratico a capo della Commissione per le relazioni estere del Senato, dopo l'incursione della Turchia in Siria del 2019. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito Erdogan un "autocrate", ha detto che avrebbe sostenuto gli sforzi dell'opposizione per sconfiggerlo e ha insinuato che la Turchia aveva aiutato l'ascesa dell'ISIS permettendo ai combattenti stranieri di attraversare il confine con la Siria.

https://www.mideastdiscourse.com/2022/06/14/syrians-live-in-turkey-without-dignity-or-rights/