A Kiev la marcia per la pace, Bonacina: risultato oltre le aspettative (+ audio)

marcia pace kiev   Il direttore di 'Vita' commenta l'iniziativa di 35 associazioni italiane che hanno incontrato la società civile ucraina in una capitale ancora sotto tensione. Eravamo attesi - racconta - e l'accoglienza è stata magnifica; si pensa a progetti per bambini traumatizzati, a puntare sul turismo per la fase di ricostruzione, a valorizzare la democrazia deliberativa. Il grazie del Nunzio che invita a usare creatività e tenacia nell'azione non violenta
 

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Azione non violenta non vuol dire passività, ma azione, appunto, messa in moto di percorsi di fraternità e riconciliazione nel convincimento che "le armi non portano mai alla soluzione". E' quanto è stato ribadito oggi a Kiev da un centinaio di rappresentanti di 35 associazioni riunite nel Mean “Movimento europeo di azione nonviolenta” (realtà ecclesiali, società civile, politici...) che hanno marciato per la pace insieme a una cinquantina di rappresentanti istituzionali e della società civile in Ucraina. Per farlo hanno scelto il giorno in cui si celebra il patrono d’Europa, san Benedetto, e si ricorda il massacro di Srebrenica. Si è trattato della prima manifestazione italiana di cittadinanza attiva che ha fatto tappa nella capitale ucraina. L’arrivo in città nella tarda serata di domenica, segnato dal suono delle sirene anti-missile. Una parte della notte trascorsa nel bunker sotto l’albergo che li ospita. Domani all'alba la ripartenza verso l'Italia. 

L'accoglienza del Nunzio apostolico

Il Nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas, è stato tra coloro che ha accolto con grande gratitudine il gruppo esprimendo tutto l'incoraggiamento su una strada che ha detto di condividere pienamente. E' stata questa anche l'occasione in cui l'ambasciatore del Papa in Ucraina ha sintetizzato i tre atteggiamenti più diffusi riguardo alla guerra: chi ha iniziato la guerra, la promuove e l'appoggia, e non vuole minimamente sentire sofferenze e pianti; chi sa c'è una guerra in Ucraina, ce n'è un'altra in Siria e altre ancora, ma si ferma a una conoscenza solo 'teorica', non si lascia interpellare più di tanto; chi vuole costruire la pace e ci prova in concreto. "Oggi tutti noi che siamo qui vogliamo appartenere a questa categoria", sono state le sue parole.

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