Quella Baghdad cristiana sparpagliata dalla guerra - by Claudio Monici - Avvenire

baghdad 720x286 foto illibraioAd un certo punto mi piaceva proseguire a piedi. Abbandonavo il taxi all'ingresso del quartiere e mi facevo sedurre da quel tratto di strada spolverata di sabbia gialla portata dal vento del deserto. Fermento di negozi e chioschi da cui si diffondevano un arcobaleno di aromi di spezie e odori di carni arrostite al momento sulle braci vive, musica. Era bello osservare la vita degli altri. Di persone dalle abitudini diverse dalle mie, ma uguali nella quotidianità di tutti i giorni. Gli anziani trascorrevano il loro tempo seduti nei caffè con accanto l'immancabile pipa ad acqua, il narghilè, da cui sbuffavano pennacchi di fumo di tabacco aromatizzato alla frutta. Giocavano agli scacchi, a backgammon (tavola reale, ndr), accompagnando il tempo con della dolcissima pasticceria al pistacchio e miele e tè bollente al cardamomo. Da sorseggiare dai piattini, per farlo raffreddare. Era così anche la Baghdad cristiana. Non sembrava affatto di vivere dentro ad un tempo di guerra. La vita fa presto ad abituarsi alle difficoltà e alle paure. Specialmente quando la gente dell'Iraq, ai tempi di Saddam Hussein, aveva già percorso decenni con la testa sotto le bombe e il lutto negli occhi.
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