Iraq, don Karam: le comunità cristiane chiedono sicurezza e stabilità (+ audio)
- Dettagli
- Creato: 08 Luglio 2020
- Hits: 531
Marco Guerra – Città del Vaticano
In Iraq, senza un intervento tempestivo della comunità internazionale, l’emigrazione forzata dei cristiani potrebbe ridurne la presenza dell’80%. E’ quanto emerge nel rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) dal titolo “La vita dopo l’Isis, le nuove sfide per i cristiani in Iraq”, che esamina le minacce che incombono sui cristiani tornati nelle loro case della Piana di Ninive.
Il difficile ritorno ai villaggi cristiani
Dopo l’allontanamento forzato avvenuto nel 2014, per fuggire dalle persecuzioni del sedicente Stato Islamico, i cristiani hanno fatto ritorno nei villaggi del nord dell’Iraq, dove la loro presenza è attestata fin dai primi secoli del Cristianesimo. Gli aiuti di Acs, di tutte le Chiese del mondo e di altri donatori internazionali hanno consentito la ricostruzione di numerose infrastrutture – chiese, case, scuole, strade – ma le comunità cristiane presenti nell’area avvertono ancora la mancanza di sicurezza. Una condizione aggravata dalle piaghe della disoccupazione (70%), della corruzione finanziaria e amministrativa (51%) e della discriminazione religiosa.