Chiesa greco-cattolica ucraina, in Polonia inaugurata la nuova eparchia di Olsztyn-Danzica

DSC 5051(Segretariato dell'Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč - sede romana)Il 23 gennaio, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina,  ha presieduto la Divina Liturgia che stabiliva la nuova eparchia e ne consacrava il primo vescovo.

Nella giornata in cui si commemorano i 13 martiri di Pratulyn, uccisi dalle truppe zariste perché rifiutarono di convertirsi alla Chiesa ortodossa russa, la Chiesa greco- cattolica ucraina vede sorgere una nuova eparchia in Polonia, quella di Olsztyn-Danzica, che ha come vescovo Arkadiy Trokhanovskyy, nominato lo scorso 9 dicembre. E Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk non ha mancato di definire l’evento come “un momento storico davvero speciale”.
La celebrazione si è tenuta a Olsztyn in Polonia, come dall’attuale territorio polacco (precisamente dalla Slesia) venivano 13 martiri di Pratulyn, uccisi dalle milizie zariste che li avevano raggiunti in un cimitero, e che avevano dato loro come alternativa la conversione alla Chiesa ortodossa russa. Ma i 13 erano pronti a morire per la loro fede e per testimoniare la loro unione con il Vescovo di Roma, e così furono uccisi lì dove erano stati trovati, nei pressi di un cimitero, e poi tumulati lì, in una fossa comune. Furono beatificati da San Giovanni Paolo II.
L’erezione di una nuova eparchia e l’ordinazione di un nuovo vescovo sono occasione, per l’Arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, di celebrare “la triplice gioia della Chiesa greco-cattolica in Polonia, divenuta la gioia dell'intera Chiesa greco-cattolica ucraina sui iuris nelle sue terre natali e nel mondo. Oggi celebriamo la solenne proclamazione della nostra nuova eparchia di Olsztyn-Danzica, partecipiamo all'ordinazione episcopale del Vescovo Arkadiy e anche alla sua intronizzazione, primo vescovo nella storia tra i vescovi di Olsztyn-Danzica”.
Nell’omelia della celebrazione, Sua Beatitudine ha prima commentato il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, sottolineando che tante volte “anche per coloro che sono convinti di lavorare per il bene della Chiesa, la ricchezza materiale, l'autorità terrena e la lode umana diventano più importanti della verità e della gloria Divina, e della ricompensa eterna in cielo”.
Sua Beatitudine ha poi ripercorso la storia dei martiri di Pratulyn: “Questi contadini, poveri e indifesi, rinunciarono alle lusinghe del tentatore, rifiutarono le promesse di una vita migliore e più ricca se avessero tradito la fede dei padri, e rinnegarono la protezione e sicurezza della religione di stato. Andarono al loro martirio come ad una festa, indossando i loro vestiti più belli, e con i propri corpi difesero la loro chiesa dalle baionette e dai proiettili di un esercito straniero”.
Così, ha aggiunto il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, gli uomini di Pratulyn “divennero martiri per l'unità della Chiesa di Cristo, quell'unità che nostro Signore Gesù Cristo ci ha comandato di preservare e che solo nel XX secolo i cristiani di tutte le Chiese e le confessioni hanno cominciato a desiderare, e per la quale preghiamo concludendo nella Chiesa cattolica in questi giorni la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani”.
Anche la strada verso la creazione della nuova eparchia, ha aggiunto Sua Beatitudine, “è stata segnata dal sangue del martirio, dalle lacrime di sfollati ed esiliati, dalla resistenza alle repressioni comuniste e dal lavoro minuzioso per organizzare la nostra vita spirituale e culturale in questa parte del mondo. Esprimiamo oggi la nostra filiale gratitudine al Santo Padre Francesco per aver benedetto la decisione del Sinodo dei Vescovi della nostra Chiesa e aver proclamato la creazione di questa nuova eparchia”.
Rivolgendosi poi al neo ordinato vescovo Trochanovskyy, l’Arcivescovo maggiore Shevchuk gli ha ricordato che, “come vescovo cattolico, Lei ha il dovere di prendersi cura non solo della propria eparchia bensì del bene di tutta la Chiesa Universale che, sotto la guida del successore dell'apostolo Pietro e in unità con l'episcopato cattolico, insegna allo stesso modo in tutto il mondo le verità della fede e della morale che abbiamo ricevuto dai santi apostoli. Si ricordi, caro confratello vescovo che, quale membro del Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina, deve essere figlio fedele della sua Chiesa sui iuris e del suo popolo, deve coltivare l'unità con il suo Capo e con tutto il nostro episcopato in diversi paesi dei nostri insediamenti, e prendersi cura del bene dei nostri fedeli ovunque batte il cuore ucraino!”
Sua Beatitudine si è poi rivolto ai fedeli della nuova eparchia, ricordando anche “quanti si sono persi nelle nuovissime circostanze di migrazione e ricerca di lavoro in questo “mondo postcoronavirus” nuovo e non del tutto conosciuto! Potremo sopravvivere, mantenere fede, speranza e amore solo quando saremo insieme!”

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