Suor Rita e le ragazze ferite di Kinshasa, un progetto benedetto dal Papa
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- Creato: 23 Luglio 2021
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Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
A guardarle, alcune sono poco più che bambine. Undici o dodici anni, al massimo. Le più grandi sui 17. Molte di loro - due su sei, dicono le statistiche - sono già madri, o comunque sposate perché date precocemente in matrimonio dalle loro famiglie per guadagnare qualche soldo della dote. Lo sguardo sembra triste sotto quelle treccine e code che tengono in ordine i capelli crespi, ma si accende davanti alle nuove attività e ai nuovi progetti proposti loro dalla Fondazione “Papa Francesco per l’Africa”, organismo recentemente istituito e benedetto dal Pontefice, che ha l'obiettivo di promuovere il magistero del Papa attraverso iniziative di solidarietà e promozione integrale delle persone vulnerabili, in particolare l’empowerment di donne, bambini e giovani.
Nessuna differenza di età, etnia, religione: nella Fondazione vengono accolti tutti. Le adolescenti stanno insieme a donne più adulte attorno a un tavolo di plastica, in un campo sterrato sotto gli alberi e tra i cespugli, con indosso vestiti colorati più larghi della loro taglia. Cercano di capire come far funzionare una macchina da cucire, ritagliano i modelli sul cartone, oppure leggono, scrivono, impastano pasticcini, si armano di pezze e detersivi per le pulizie o si applicano negli strumenti dell’estetica: smalti, lima unghie, forbicette. Le più piccole, invece, sono intente a provare un ballo: coordinate e disciplinate, vanno a ritmo di musica e copiano i passi l’una dell’altra da eseguire più tardi alla messa con il sacerdote.
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