La porta dell’ecumenismo

ecumene-4La fede comune in Cristo «diventi sempre più fondamento solido di amicizia e di collaborazione»: è l’auspicio espresso da Papa Francesco a una delegazione dell’Esercito della salvezza, ricevuta in udienza nella mattina di venerdì 12 dicembre.
L’incontro è stato anche l’occasione per un ricordo personale della prima «predica ecumenica» ricevuta dalla nonna quando era bambino.


Cari amici, rivolgo il mio cordiale benvenuto a voi, dirigenti dell’Esercito della Salvezza, che conosco bene per la sua missione di evangelizzazione e di volontariato. La vostra visita è uno dei buoni frutti dei contatti più frequenti e proficui che si sono sviluppati negli anni recenti tra l’Esercito della Salvezza e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani; contatti tra i quali va ricordata una serie di conversazioni teologiche volte a promuovere una migliore conoscenza reciproca, il mutuo rispetto ed una regolare collaborazione. E ringrazio un’altra volta per questo libro delle conversazioni. Mi auguro di cuore che cattolici e salvazionisti continuino a rendere una testimonianza comune di Cristo e del Vangelo in un mondo che ha tanto bisogno di sperimentare la misericordia di Dio. Ne ha bisogno! Cattolici e salvazionisti, insieme ad altri cristiani, riconoscono che i bisognosi hanno un posto speciale nel cuore di Dio, tanto che il Signore Gesù Cristo si è fatto povero per noi (cfr. 2 Cor 8, 9). Di conseguenza, essi si incontrano frequentemente nelle stesse periferie umane e la mia viva speranza è che la fede comune nel nostro Salvatore Gesù Cristo, l’unico mediatore tra Dio e l’uomo (cfr. 1 Tim 2, 5), diventi sempre più fondamento solido di amicizia e di collaborazione tra noi. «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano ... La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr. 1 Gv 4, 10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre» (Esort. ap Evangelii gaudium , 24). Prego affinché nel mondo di oggi tutti i discepoli di Cristo offrano il loro contributo con la stessa convinzione e lo stesso dinamismo che l’Esercito della Salvezza dimostra nel suo devoto e apprezzato servizio. Le differenze tra cattolici e salvazionisti su questioni teologiche ed ecclesiologiche non devono ostacolare la testimonianza del nostro amore condiviso per Dio e per il prossimo, un amore che è in grado di ispirare energici sforzi nell’imp egno di ripristinare la dignità di coloro che vivono ai margini della società. Io avrei bisogno del traduttore... E adesso, voglio ricordare un aneddoto, e anche ringraziare voi. Quando io avevo quattro anni — era nell’anno 1940, nessuno di voi era nato, eh? – andavo per strada con la mia nonna. In quel tempo, l’idea era che tutti i protestanti andavano all’inferno. Ma, dall’altra parte del marciapiede venivano due donne dell’Esercito della Salvezza, con quel cappello che avevate voi... Lei lo ha usato? E io ricordo come se fosse oggi che ho detto a mia nonna: “Quelle, chi sono? Monache, s u o re ? ”. E mia nonna ha detto: “No. Sono protestanti. Ma sono buone”. E così, la mia nonna grazie alla testimonianza vostra, mi ha aperto la porta all’ecumenismo: la prima predica ecumenica che ho avuto è stata davanti a voi. Th a n k you very much . Cari amici, rivolgo a Dio la mia preghiera per il lavoro che l’E s e rc i t o della Salvezza porta avanti: possano tante persone in difficoltà continuare a contare sulla vostra azione, che permette alla luce di Cristo di splendere negli angoli più bui della loro vita. Possiate voi e i vostri fratelli e sorelle salvazionisti essere colmi dei doni dello Spirito Santo — di sapienza, discernimento, fortezza, pace... — per testimoniare il Regno del Signore nel nostro mondo sofferente. E confido che anche voi vorrete pregare per me: ho bisogno. Grazie.

© Osservatore Romano - 13 dicembre 2014