Pace solida e giusta

1 mani verso il cielo medioMOSCA, 4. L’estremismo che utilizza slogan religiosi è una minaccia tesa a distruggere i rapporti secolari fra cristiani e musulmani, e la strumentalizzazione della fede, al fine di legittimare azioni ingiuste e aggressive, va duramente condannata: è quanto hanno ribadito i partecipanti alla decima sessione della Commissione russo-iraniana per il dialogo ortodossia-islam svoltasi nei giorni scorsi a Mosca sul tema «Il dialogo interreligioso e la cooperazione, strumenti di una pace solida e giusta».
L’incontro è stato presieduto dal metropolita di Kazan’ e del Tatarstan, Teofane, e dal presidente dell’Organizzazione per la cultura e le relazioni islamiche dell’Iran, Abouzar Ibrahimi Torkaman. Facevano parte delle due delegazioni rettori e docenti di scuole e accademie, nonché studiosi impegnati in organismi che si occupano di confronto tra le fedi. Basandosi sui testi biblici e coranici, la commissione ha approfondito la nozione di «pace solida e giusta» nelle tradizioni cristiana ortodossa e islamica, esaminando gli aspetti teorici e pratici del dialogo in Russia e in Iran, la questione della difesa delle minoranze religiose e il ruolo degli scambi culturali nella prevenzione dell’estremismo. Sono stati sottolineati la crescente attualità del dialogo interreligioso come ponte fra i credenti delle varie fedi e l’alto livello di relazioni raggiunto al riguardo fra i due Paesi. «La comunità di valori sul piano morale delle due religioni — si legge nella nota diffusa al termine dell’incontro — è una base importante della cooperazione ortodossa-musulmana», che ha, come principale obiettivo, «la ricerca di una pace giusta». Aspetti inerenti alla religione sono «l’amore per il prossimo, il rispetto delle opinioni degli altri, lo spirito di pace». Per questo l’estremismo «non può in alcun caso essere assimilato alla religione». Nel suo intervento, il metropolita Ilarione, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, ha detto che «la pace è la più grande aspettativa dell’umanità. Il terrorismo non ha un volto religioso ma la faccia di Satana. I terroristi si nascondono dietro una retorica religiosa per portare morte e sofferenza, ma la religione al contrario è portatrice di luce e di bene». Fondamentale — ha sottolineato — è educare le giovani generazioni allo spirito di carità e di tolleranza religiosa, oltre a sviluppare la cooperazione in campo accademico. Inquietudine è stata espressa per la graduale «espulsione» del cristianesimo dal Vicino oriente e dall’Africa del nord, così come per le manifestazioni di islamofobia nel mondo occidentale, «tese a intimidire i fedeli nell’espressione della loro religiosità». Un’attenzione particolare è stata dedicata alla sorte dei monumenti e dei santuari religiosi: i partecipanti hanno manifestato la propria «deplorazione» per la distruzione e la profanazione dei luoghi sacri cristiani e musulmani nel Vicino oriente, e chiesto alle rispettive comunità di essere solidali nel sostenere le minoranze religiose perseguitate dagli estremisti. La difesa delle minoranze «deve rappresentare un contributo importante al proseguimento del dialogo interreligioso». Non vanno di certo sottovalutati gli scambi sul piano accademico e culturale: «La formazione dei futuri leader religiosi e dei fedeli in uno spirito di tolleranza, volontà di confronto e rispetto reciproco deve cominciare oggi, in modo che nel futuro cristiani e musulmani restino legati alla preziosa esperienza di coesistenza pacifica». I membri delle due delegazioni hanno convenuto di intensificare gli scambi fra le scuole religiose di Russia e Iran, osservando come l’attività della Commissione per il dialogo fra cristianesimo ortodosso e islam sia divenuta oggetto di studio negli istituti superiori religiosi. Tale attività va avanti da vent’anni e ha dato positivi risultati contribuendo a consolidare l’amicizia fra i due popoli. A volere la creazione di questo organismo fu proprio il patriarca di Mosca, Cirillo, all’epoca presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, durante un incontro con l’ayatollah Mohammad Ali Taskhiri, attuale consigliere per il mondo islamico della guida suprema dell’Iran. A ricordarlo è stato lo stesso Cirillo ricevendo, prima della due giorni di lavori, i membri della delegazione iraniana che comprendeva anche Ali Ta s k h i r i . Nel comunicato finale si condanna inoltre «l’imposizione di norme laiche e di modi di comportamento che suscitano il rigetto da parte dei partigiani della morale tradizionale»: i tentativi di costruire una società pacifica e giusta senza religione «sono destinati a fallire» e i fenomeni di crisi osservati oggi in Occidente «sono proprio il risultato della volontà, da parte di uomini politici, di secolarizzare la società». Questa posizione «suscita la resistenza dei difensori delle religioni tradizionali e provoca inevitabilmente tensioni e conflitti». L’undicesima sessione della commissione è prevista nel 2018 a Teheran.

© Osservatore Romano - 5 ottobre 2016