Eccellenti senza fondi

scuole gerusalemmeGERUSALEMME, 24. Le scuole cristiane continuano a essere in Israele tra le migliori del Paese, secondo la graduatoria pubblicata dal ministero dell’Istruzione pochi giorni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Un risultato estremamente positivo, soprattutto se si considerano le difficoltà finanziarie che questi istituti sono costretti ad affrontare per i tagli al bilancio operati dallo stesso dicastero.
Un anno fa, a settembre, le scuole cristiane avevano segnalato il problema con uno sciopero al quale aveva fatto seguito l’imp egno del Governo a risolvere la situazione. Il rapporto pubblicato in ebraico da parte del ministero elenca un totale di 277 scuole, selezionate per la loro eccellenza, sia dal punto di vista educativo sia da quello sociale. Queste vengono ulteriormente ordinate per rango, con un punteggio da uno a quattro. La scuola “Terra Santa” di San Giovanni d’Acri (Akko) compare nella prima categoria (grado 1). Diverse scuole cristiane sono poi classificate nella seconda categoria, tra cui la scuola delle Suore Francescane di Nazareth, la scuola San Giovanni “Bocca di Dio” a Jish, la scuola “Don Bosco” a Nazareth, quella delle Suore di Nazareth ad Haifa e la scuola del Patriarcato latino in Rameh. La scuola cristiana “Galilea School” a Eilaboon compare nella categoria 3. Spiega Wadie Abunassar, membro della comunità araba cristiana, direttore del Centro Internazionale per le Consultazioni (Icc) ed esperto per i media israeliani, palestinesi e internazionali riguardo alla situazione in Medio oriente e in Terra santa: «Se lo analizziamo più da vicino, il rapporto indica che le scuole private sono migliori delle scuole pubbliche in generale (in proporzione), e mentre i cristiani costituiscono solo l’uno per cento della popolazione di Israele, le scuole cristiane rappresentano il tre per cento della lista. Ma possiamo sempre fare di meglio». In tutto sono 47 le scuole cristiane in Israele, gestite da cattolici, ortodossi, anglicani, dalla Chiesa di Scozia, dalla Chiesa di Cristo e dalle Chiese battiste. Queste scuole cristiane riuniscono 33.000 studenti cristiani, musulmani, drusi ed ebrei provenienti da tutto il Paese. Tra queste la Scuola Femminile Terra Sancta, diretta dalle suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Vi operano quattro religiose, suor Thérèse, insegnante di francese e responsabile per la preparazione delle studentesse agli esami del Delf (Diploma di Studi in Lingua Francese), suor Mariam, supervisore dei professori e insegnante di catechismo con suor Nabiha e suor Frida, direttrice della scuola: «La nostra congregazione — spiega quest’ultima — dirige l’istituto scolastico, sotto la direzione generale dei Francescani, come tutte le scuole Terra Sancta, in Terra santa». La scuola accoglie ragazze dai cinque ai sedici anni. «Le ragazze frequentano gli ultimi due anni di liceo alla Scuola Maschile Terra Sancta, a due passi da qui. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo aperto una nostra classe per il penultimo anno». Le suore hanno la particolare vocazione di essere al servizio delle ragazze. «Il primo scopo per le nostre scuole è l’educazione, spirituale, morale e scolastica. Seguiamo — aggiunge — il sistema pedagogico palestinese. Per l’insegnamento dell’inglese e del francese siamo libere di scegliere il sistema che riteniamo più opportuno. Le nostre allieve sostengono gli esami di francese: Delf A1, A2 e B1. Mentre a partire dai dieci anni, imparano la lingua ebraica». Una missione importante, per la quale però le difficoltà sono crescenti. Negli ultimi sei anni, il bilancio ha subito un drastico restringimento, pari al 45 per cento dei contributi elargiti in passato. A questi tagli si aggiunge l’ordinanza del ministero della Pubblica istruzione di limitare la capacità delle scuole cristiane di ricevere fondi da parte dei genitori degli studenti. Due misure che insieme mettono le scuole in una condizione evidente di difficoltà gestionale. Il ministero della Pubblica istruzione ha anche invitato le scuole cristiane ad aderire al sistema educativo delle scuole pubbliche israeliane: una proposta respinta perché vi si vede una minaccia all’identità propria di questi istituti. Da parte delle scuole cristiane si fa notare anche come le scuole ebraiche ortodosse che, secondo il sistema israeliano dovrebbero trovarsi nella stessa categoria delle scuole cristiane, siano interamente finanziate dal Governo, pur mantenendo la loro autonomia. Come accennato, nel mese di settembre 2015, l’Ufficio delle scuole cristiane in Israele aveva organizzato uno sciopero, conclusosi dopo ventisette giorni di mobilitazione con un accordo con il Ministero, secondo cui le scuole cristiane avrebbero ricevuto cinquanta milioni di nis a partire dal 31 marzo 2016 per compensare le restrizioni di bilancio imposte negli anni precedenti. Gli istituti, secondo quanto riporta un articolo apparso sul sito del Patriarcato latino di Gerusalemme, non hanno però ancora ricevuto tali fondi.

© Osservatore Romano - 25 agosto 2016