Come rugiada sulle ferite della Terra santa

canonizzazione di due religiose palestinesiGERUSALEMME, 26. Come una «rugiada celeste» che dolcemente cade «sulla nostra terra assetata di amore e di giustizia e decimata dalla violenza». Così, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, condivide la gioia per l’annunciata canonizzazione — il 17 maggio prossimo a Roma — di madre Maria Alfonsina (1847-1927) e di madre Mariam di Gesù Crocifisso (1846-1878), religiose della Terra santa. La prima è la fondatrice della congregazione delle Suore del Rosario, mentre la seconda, monaca carmelitana, è la fondatrice del Carmelo di Betlemme. «Le nostre due nuove sante sono lampade per i nostri passi.
Attraverso il loro amore e la loro fede illuminano le loro famiglie religiose e i fedeli della Terra santa, del Medio oriente e del mondo intero», scrive il presule in una lettera pastorale intitolata «Sulla via della santità». Per il patriarca, il riconoscimento ufficiale della santità delle due religiose palestinesi è un segno che ridona fede e speranza in Cristo. «Il Signore — scrive Twal — vuole riconfortare i nostri Paesi lacerati dai conflitti e dalle guerre e le nostre popolazioni che soffrono continue ingiustizie. Le nostre due sante, attraverso la loro vita esemplare, il loro silenzio eloquente e il loro raccoglimento, la loro fedeltà malgrado la sofferenza e la loro abnegazione eroica nei sacrifici, ci donano una lezione magnifica». Infatti, «le tribolazioni che dobbiamo affrontare ci incoraggiano a diventare santi secondo l’esempio di queste due religiose». L’impresa non è impossibile, scrive Twal, che ricorda i tratti caratteristici delle due nuove sante: «Erano semplici con grandezza. Erano grandi per la semplicità. La semplicità non offuscava la grandezza. Il loro ingresso nella santità manifesta la vittoria della virtù sul vizio, della luce sull’oscurità, dell’amore sull’egoismo, della fede sull’indifferenza e sul rifiuto di Dio. La purezza della loro vita glorifica D io». Madre Maria Alfonsina, si legge ancora, «figlia del nostro Paese, si è fatta piccola sulla terra» e «ha esercitato la maternità spirituale verso un gran numero di persone, diventando la fondatrice di una congregazione religiosa che è molto cara al nostro cuore». Madre Mariam di Gesù Crocifisso, «anche lei figlia del nostro Paese, è stata un simbolo vivente dell’amore di Dio. Faceva parte dell’ordine delle carmelitane scalze di cui noi apprezziamo profondamente la presenza in Terra santa. Presenza discreta, fatta di preghiera, meditazione, lavoro umile e consacrazione assoluta al S i g n o re » . Nel messaggio viene ricordato poi come i santi siano modelli di cui imitare le virtù, le opere, ma anche la saggezza. E che la santità consiste nel cercare la volontà di Dio, anche perché proprio la santità è frutto non solo di sforzi umani ma anche e soprattutto della grazia divina. La via per giungervi consiste nel rispondere alla propria vocazione, ciascuno nel proprio stato di vita. «Essere santo è semplicemente essere fedele alla propria vocazione cristiana», aggiunge il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il quale sottolinea inoltre come la carità sia il fondamento della santità. In questo senso, Twal esorta a invocare l’intercessione di madre Maria Alfonsina e di madre Mariam di Gesù Crocifisso e a imitare la loro vita perché Dio conceda alla Terra santa laici impegnati, ispirati da una fede viva, cosciente ed efficace, una fede che possa rischiarare tutti i settori della vita, pubblici e privati, al fine di essere testimoni di Cristo nell’ambito familiare, professionale, politico, economico, culturale e sociale.

© Osservatore Romano - 27 marzo 2015