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La fatica della sinodalità

aperturaconciliopanortodossoROMA, 20. «Le tribolazioni che le Chiese ortodosse hanno affrontato in queste ultime settimane e affrontano in questi giorni ricordano a tutti, cristiani di ogni confessione, credenti e non credenti, la fatica della sinodalità, del prendere insieme decisioni che riguardano tutti.
Sì, c’è una “fatica della carità”, come la definisce san Paolo, una fatica dell’operare il bene nella società, una fatica del giungere concordi a una visione della realtà e a opzioni da assumere che abbiano di mira non gli interessi personali o di una parte ma quelli della collettività, dell’insieme dei credenti o dei cittadini». È uno dei passaggi più significativi dell’articolo del priore di Bose, Enzo Bianchi, pubblicato su «La Stampa» del 19 giugno. Commentando le difficoltà che hanno accompagnato la convocazione del concilio ortodosso, Bianchi ricorda che «la sinodalità così tenacemente propugnata e ricercata anche da Papa Francesco non la si ottiene a basso prezzo: richiede pazienza, ascolto dell’altro, disponibilità». La riunione di Creta «può rivelarsi, anche in virtù delle ferite che lo caratterizzano, un’occasione preziosa, il punto di ripartenza per un lungo processo conciliare ». Un evento cioè — conclude — che «si riveli più grande dei suoi stessi protagonisti e apra spazi insospettati di pace e di comunione».

© Osservatore Romano - 20-21 giugno 2016