Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Sarebbe stata la prima esecuzione federale dal 2003, a carico del suprematista bianco Daniel Lee, accusato nel 1999 della morte di una coppia e della loro figlioletta di 8 anni. I giudici di un tribunale hanno deciso di sospenderla dopo aver accolto la richiesta dei famigliari delle vittime, impossibilitati ad assistere per timore di contagio da Covid-19. In realtà la mamma e nonna di due delle vittime, contraria alla pena di morte, aveva già ripetutamente invitato il presidente Trump a mostrare clemenza nei confronti del condannato.
Sono 4 le esecuzioni previste tra luglio e agosto, dopo la decisione della Corte Suprema di ripristinare la pena capitale a livello federale, una scelta contestata da molti, a cominciare dai vescovi del Paese e da altri leader religiosi per i quali è necessario concentrarsi sulla protezione e sulla conservazione della vita e non sulle esecuzioni. La pena – affermano i vescovi in una dichiarazione – non deve mai escludere la speranza e la possibilità di una riabilitazione. Negli ultimi 45 anni solo tre persone sono state giustiziate a livello federale.