Amici a Beirut · Festa di Natale tra cristiani e musulmani ·

festa beirutBeirut, 30. In un paese costantemente carico di tensioni, in cui le ferite ancora non rimarginate di una estenuante guerra civile rischiano a ogni sussulto di tornare a sanguinare, anche una semplice cena natalizia può essere occasione di riconciliazione tra

le diverse fedi e premessa per la costruzione di una società realmente fondata sul rispetto e la reciproca collaborazione. Accade nella periferia meridionale di Beirut, dove la popolazione è quasi esclusivamente sciita. Qui, presso il Burj International College, una scuola privata frequentata prevalentemente da alunni di famiglie musulmane, così come musulmani sono anche quasi tutti i docenti, si è rinnovato in questi giorni un incontro di festa e lo scambio di auguri con i cristiani in occasione del Natale.

Motore dell’iniziativa è il direttore generale dell’istituto, Moufid Al-Khalil, che già una trentina di anni fa, proprio nel pieno del conflitto che sconvolse il paese dei cedri, si è distinto per spirito di apertura e per la partecipazione a iniziative di dialogo tra i rappresentanti delle diverse realtà religiose che compongono il mosaico della società libanese. Proprio in questo spirito nacque poi il Burj International College, scuola che oggi conta circa 1200 alunni, sorta nel cuore del quartiere considerato la roccaforte del partito di Hezbollah. «Una dozzina di anni fa, poco prima di Natale, il signor Al-Khalil mi chiamò per dirmi che voleva portare alcuni dei suoi studenti (ovviamente, quasi tutti musulmani) a dare dei regali di Natale agli appartenenti a un’istituzione cristiana, ma non sapeva dove andare», racconta Ramez Salamé, avvocato cristiano e amico di vecchia data del dirigente scolastico musulmano. «Consigliai — racconta ancora Salamé — la casa delle suore di madre Teresa, che accoglie bambini abbandonati e disabili e anziane donne sole. Alla vigilia di Natale, arrivò con una trentina di suoi allievi che iniziarono a offrire un regalo, confezionato molto accuratamente, a ciascuna delle anziane e dei bambini». Fu quello il primo passo di una tradizione che si rinnova di anno in anno con l’organizzazione nei giorni che precedono il Natale di una cena alla quale sono invitati rappresentanti di tutte le comunità religiose del paese.

Nel corso della cena il coro della scuola, composto da circa sessanta studenti, intona i tradizionali canti natalizi. Quest’anno è stato anche eseguito un passaggio del Corano in cui viene narrata la nascita di Gesù.

© Osservatore Romano    30.12.2017