Le radici spirituali di un patrimonio comune

Candelabroebraico ralfPARIGI, 18. Non poteva svolgersi che al Collegio dei Bernardini, a Parigi, la cerimonia che ha assegnato a suor Dominique de la Maisonneuve e a suor Louise-Marie Niesz, entrambe religiose di Nostra Signora di Sion, il premio annuale dell’Amicizia ebraico-cristiana di Francia. Il collegio, storico istituto di ricerca e di dibattito per la Chiesa e la società, è infatti il luogo dove, ottantenni, hanno continuato a insegnare, la prima, anche per il 2012-2013, «Introduzione all’ebraismo», la seconda, fino a quest’anno, «Studio dei testi del Nuovo Testamento alla luce della Tradizione orale dell’ebraismo ». Per entrambe lo stesso obiettivo: far scoprire ai cristiani che la radice della loro fede è ebraica, ricordare al popolo di Dio l’ebraismo di Gesù e che — affermano — «il popolo ebraico non è un popolo tra gli altri ma un popolo a parte, scelto da Dio per la salvezza di tutti». Alla cerimonia, lunedì, sono intervenuti fra gli altri monsignor Jérôme Beau, vescovo ausiliare di Parigi e presidente del Collegio dei Bernardini, il pastore Florence Taubman, presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Francia, padre Patrick Desbois, direttore del Servizio nazionale per i rapporti con l’ebraismo, e il rabbino Alexis Blum. Suor Dominique de la Maisonneuve e suor Louise-Marie Niesz animano insieme, da decenni, il Servizio di informazione e di documentazione per ebrei e cristiani, meglio conosciuto come Sidic Paris, in realtà fondato a Roma dalla loro congregazione per accompagnare la messa in opera della Nostra aetate, la dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane che è uno dei documenti più importanti del concilio Vaticano II. E se il Sidic ha rappresentato uno dei luoghi privilegiati di riscoperta, da parte dei cattolici francesi, delle fonti ebraiche del cristianesimo, l’Amicizia ebraico-cristiana di Francia, fondata nel 1948 da Jules Isaac ed Edmond Fleg, continua la sua opera affinché, tra ebrei e cristiani, la conoscenza, la comprensione, il rispetto si sostituiscano a secolari malintesi e a tradizioni di ostilità.

© Osservatore Romano - 19 ottobre 2012