Insieme per la Siria

Kirill FrancescoMOSCA, 12. Il patriarcato ortodosso di Mosca e la Chiesa cattolica uniranno gli sforzi per sostenere il restauro delle chiese cristiane in Siria gravemente danneggiate, quando non completamente distrutte, dalla furia delle milizie fondamentaliste del cosiddetto Stato islamico.
È quanto rende noto un comunicato del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa russa a seguito di una visita di due giorni — il 6 e 7 aprile scorsi — che una delegazione delle due Chiese ha compiuto in Siria e in Libano per coordinare gli aiuti umanitari e concordare una serie di iniziative. «La necessità di redigere un elenco dettagliato dei luoghi cristiani distrutti e danneggiati durante la guerra in Siria e il rafforzamento della comune testimonianza cristiana della tragedia siriana sono stati riconosciuti come una delle priorità a breve termine», si legge nel comunicato, in cui si evidenzia proprio come «la tragedia in corso in Medio oriente», di cui sono vittime rappresentanti delle diverse confessioni cristiane e di altri gruppi etnici e religiosi, e «la necessità di un’azione urgente per migliorare tale situazione», sono state al centro dello storico colloquio avvenuto il 12 febbraio scorso all’Avana tra il patriarca di Mosca Cirillo e Papa Francesco. Della delegazione hanno fatto parte lo ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario per le relazioni inter-cristiane del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato, l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, e rappresentanti della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. Numerosi e importanti gli incontri che la delegazione ha avuto prima in Libano e poi in Siria. A Beirut si è tenuta una riunione con il cardinale Bechara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, e il nunzio apostolico Gabriele Giordano Caccia. Alla riunione ha partecipato anche l’igumeno Arsenij (Sokolov), rappresentante del patriarca di Mosca presso il patriarca di Antiochia. Successivamente la delegazione ha visitato la città di Zahle, il più grande centro abitato della Valle della Beqā, dove si trovano circa duecentocinquantamila profughi dalla Siria. In particolare, i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica hanno visitato i campi di soggiorno temporaneo, dove hanno trovato rifugio cristiani e musulmani, e hanno incontrato i capi delle più grandi comunità cristiane di questa regione del Libano: il metropolita Anthony di Zahleh e Baalbek, della Chiesa ortodossa di Antiochia, e l’arcivescovo di Zahleh e Furzol dei greco-melchiti, Issam Jouhanna Darwich. La delegazione ha anche fatto visita a una delle mense approntate dalle Chiese locali per la distribuzione di pasti giornalieri ai rifugiati e ai poveri. A Zahle si è tenuto anche un seminario, durante il quale i rappresentanti della Chiesa ortodossa antiochena e della Chiesa greco-melchita hanno riferito in dettaglio circa la situazione umanitaria nella regione della Beqā, e degli sforzi compiuti dalle Chiese locali per l’assistenza ai rifugiati provenienti dalla Siria. Il giorno seguente la delegazione si è recata a Damasco, dove ha visitato la cattedrale della Chiesa ortodossa di Antiochia, incontrandosi con un gruppo di presuli, tra cui Efraim di Seleucia, segretario del santo sinodo. Durante la discussione, lo ieromonaco Stefan (Igumnov) ha messo in rilievo il ruolo determinante, per quanto riguarda il coordinamento degli interventi umanitari in Siria, della Chiesa ortodossa antiochena, in quanto la più numerosa e di più antica tradizione. Successivamente la delegazione è stata ricevuta dal patriarca della Chiesa siro-ortodossa, Ignazio Efrem II, il quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa intrapresa dal patriarcato di Mosca e dalla Chiesa cattolica, e ha parlato degli ultimi sviluppi della situazione in Siria, tra cui la recente liberazione della città di Al- Karyateyn. Sempre a Damasco si è svolta la seconda sessione del seminario, dedicata alla situazione umanitaria che si è creata a seguito della crisi siriana. All’incontro, che si è tenuto nella sede del patriarcato greco-melchita, hanno partecipato rappresentanti delle diverse confessioni cristiane siriane, che hanno parlato della situazione attuale nelle regioni più colpite dagli attacchi terroristici, e dell’esperienza di lavoro umanitario con i sopravvissuti di questa tragedia. È stato sottolineato, in particolare, come gli aiuti forniti dalle Chiese vengano distribuiti tra la popolazione siriana in difficoltà a prescindere dall’appartenenza religiosa, e dunque non solo ai cristiani ma anche ai musulmani. Nel corso dell’incontro si è convenuto sulla necessità di rafforzare la presenza cristiana nella regione. Di qui anche l’obiettivo di procedere al restauro di chiese e monasteri.

© Osservatore Romano - 13 aprile 2016