Gli ortodossi per un’ecologia spirituale

arcobalenoPARIGI, 27. «L’originalità di questa enciclica risiede nel fatto che non si accontenta di essere una semplice esposizione della fede cristiana, ma è anche un appello concreto alla con versione ecologica, all’urgente neces sità di realizzare cambiamenti dello stile di vita, produzione e consumo.
Una specie di programma mondiale per vivere insieme sul pianeta». A soffermarsi sull’importanza della Laudato si’ è il dossier che l’ultimo numero di «Mouvement», periodico della gioventù ortodossa in Francia, dedica alla crisi ecologica. Nell’introduzione, intitolata «Salvare la crea zione. Dalle parole ai fatti», gli au tori ricordano come Papa Francesco metta in relazione povertà e fragilità del pianeta, insista sulla cultura del lo scarto, proponga linee concrete di azione, a livello mondiale e locale, e sottolinei la responsabilità sociale dei consumatori. Il riscaldamento del pianeta, scri ve Igor Sollogoub nell’editoriale, non è più messo in discussione dalle autorità competenti, ma «questa pre sa di coscienza non è seguita da un cambio di rotta significativo». Eppu re, «l’urgenza ecologica potrebbe rappresentare una chance per le no stre società postmoderne, un’opp or tunità per ripensare il nostro legame con la Terra, ridefinire i nostri mo delli di produzione, dotarsi di nuovi indicatori di benessere, ripensare le relazioni nordsud e migliorare la maniera di condividere le ricchezze». Si tratta di un cambiamento di mentalità che richiede una vera me tanoia, ovvero una conversione dei modi di vivere e di pensare: «I cri stiani, forti di una ricca tradizione teologica e guardiani di una radicali tà evangelica, potrebbero avere un ruolo cruciale da giocare in tal sen so», conclude Sollogoub. Papa Francesco, ma anche il pa triarca Bartolomeo, il quale, in que sti ultimi venticinque anni, «si è fat to profeta della salvaguardia dell’am biente»: magisteri da seguire, esem pi, come le numerose comunità mo nastiche che si sforzano di portare avanti un’attività economica, soprat tutto agricola, rispettosa dell’am biente. È il caso del monastero orto dosso di Solan, nel dipartimento del Gard, che dal 1992 ha scelto di prati care l’agroecologia. Unendo la pre ghiera al lavoro agricolo, le monache celebrano il mondo materiale come creazione e dono di Dio. Grazie an che al sostegno dell’umanista Pierre Rabhi, iniziatore del movimento «Colibris» e pioniere dell’agricoltura ecologica in Francia, Solan è divenu to il primo rappresentante di una nuova etica di vita. Non solo parole dunque, ma anche fatti, concreti, ai quali il dossier di «Mouvement» dà voce, proponendoli come ragioni di speranza, perché «in seno alla socie tà germina una innumerevole varietà di associazioni che agiscono a favore del bene comune». Favorire il “chilometro zero” e gli alimenti biologici e di stagione, mangiare meno carne (in particolare quella bovina), verificare che il pesce consumato sia stato catturato con metodi sostenibili, collaborare a un ciclo dei rifiuti virtuoso e responsabile: dai giovani ortodossi anche consigli pratici per cambiare le rego le del consumo. «È tempo — scrive Olga Laham nella conclusione dell’accurata pubblicazione — di entrare in una logica di vita dove ogni atto può contribuire a riparare la casa comune, dalla più piccola fessura alla crepa più inquietante». Non basta «salvare dalla distruzione», oc corre «costruire, essere collaboratori attivi di Dio divenendo noi stessi pietre del suo regno». Il Movimento della gioventù orto dossa (Mjo) è dal 1995 parte inte grante dell’Azione cristiana degli studenti russi (Acer), fondata nel 1923 in Francia da esuli fuggiti dopo la Rivoluzione bolscevica. Mantenendo l’originario obiettivo dell’ec clesializzazione, centrato sulla neces sità di vivere oggi il messaggio di Cristo, il movimento si è via via adattato alla sua terra d’adozione, la Francia, e si rivolge ormai non più unicamente ai discendenti dell’emi grazione russa, ma a ogni ortodosso francofono desideroso di approfondi re la propria vita ecclesiale, qualun que sia l’origine etnica o giurisdizio nale. Fondato all’epoca in seno a cir coli di studenti di varie confessioni e largamente sostenuto da movimenti cristiani, l’AcerMjo ha ampliato ul teriormente negli ultimi anni questo spirito di apertura ecumenica.

© Osservatore Romano - 28 gennaio 2018