Dio guarirà le ferite
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- Creato: 14 Aprile 2020
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Bartolomeo per l’inizio della Settimana santa degli ortodossi
ISTANBUL, 14. «Questo periodo passerà, la pandemia si attenuerà e con l’aiuto di Dio le ferite saranno guarite. Prego che tutti noi emergiamo da questa crisi avendo scoperto la dimensione della profondità in tutte le cose e vissuto il “buon mutamento”, avendo capito il potere della comunione con Dio, che è “vita e luce”, e apprezzato il valore dei doni divini della salute e della vita, del sacrificio e della rinuncia dei diritti individuali per il bene dell’amore».
Si conclude così il messaggio del patriarca ecumenico Bartolomeo per l’inizio della Settimana santa (gli ortodossi festeggeranno la Pasqua domenica 19 aprile). È stata una Quaresima «diversa da quelle precedenti. La pandemia del nuovo coronavirus ha cambiato la nostra vita quotidiana e liturgica. Le chiese sono chiuse per i nostri fedeli» che «non possono assaporare il sacratissimo gusto della santa Comunione, né guardare i volti dei fratelli e delle sorelle». Tutto questo «procura sicuramente un senso di alienazione», osserva Bartolomeo, assicurando che «non esisteva altra scelta. I medici e gli scienziati dispongono misure obbligatorie messe in atto dai governi e anche noi dobbiamo contribuire alla protezione dei nostri fratelli». Il pensiero e la preghiera vanno alla sofferenza dei malati e al lavoro di medici, infermieri e «di tutti coloro che si impegnano a fondo per affrontare tale immenso problema. Questa crisi senza precedenti ha rivelato il potere e il valore dell’amore e della solidarietà, che vanno oltre le forze umane e portano il sigillo del dono divino». Le misure restrittive non incideranno di certo sulla fede e sul significato della Risurrezione: «A Pasqua non riceverete da una candela la “santa Luce” ma essa infiammerà lo stesso i vostri cuori. Apriteli in quella radiosa notte della Risurrezione affinché la luce della lampada perenne della grande Chiesa di Cristo possa brillare in essi. “Svuotatevi di voi stessi” per essere illuminati dalla luce che mai svanisce del Cristo risorto: allora anche voi diventerete “la luce del mondo”, come il nostro Signore ha voluto per coloro che lo credono e lo seguono», ricorda il patriarca di Costantinopoli.
© Osservatore Romano - 14-15 aprile 2020
ISTANBUL, 14. «Questo periodo passerà, la pandemia si attenuerà e con l’aiuto di Dio le ferite saranno guarite. Prego che tutti noi emergiamo da questa crisi avendo scoperto la dimensione della profondità in tutte le cose e vissuto il “buon mutamento”, avendo capito il potere della comunione con Dio, che è “vita e luce”, e apprezzato il valore dei doni divini della salute e della vita, del sacrificio e della rinuncia dei diritti individuali per il bene dell’amore».
Si conclude così il messaggio del patriarca ecumenico Bartolomeo per l’inizio della Settimana santa (gli ortodossi festeggeranno la Pasqua domenica 19 aprile). È stata una Quaresima «diversa da quelle precedenti. La pandemia del nuovo coronavirus ha cambiato la nostra vita quotidiana e liturgica. Le chiese sono chiuse per i nostri fedeli» che «non possono assaporare il sacratissimo gusto della santa Comunione, né guardare i volti dei fratelli e delle sorelle». Tutto questo «procura sicuramente un senso di alienazione», osserva Bartolomeo, assicurando che «non esisteva altra scelta. I medici e gli scienziati dispongono misure obbligatorie messe in atto dai governi e anche noi dobbiamo contribuire alla protezione dei nostri fratelli». Il pensiero e la preghiera vanno alla sofferenza dei malati e al lavoro di medici, infermieri e «di tutti coloro che si impegnano a fondo per affrontare tale immenso problema. Questa crisi senza precedenti ha rivelato il potere e il valore dell’amore e della solidarietà, che vanno oltre le forze umane e portano il sigillo del dono divino». Le misure restrittive non incideranno di certo sulla fede e sul significato della Risurrezione: «A Pasqua non riceverete da una candela la “santa Luce” ma essa infiammerà lo stesso i vostri cuori. Apriteli in quella radiosa notte della Risurrezione affinché la luce della lampada perenne della grande Chiesa di Cristo possa brillare in essi. “Svuotatevi di voi stessi” per essere illuminati dalla luce che mai svanisce del Cristo risorto: allora anche voi diventerete “la luce del mondo”, come il nostro Signore ha voluto per coloro che lo credono e lo seguono», ricorda il patriarca di Costantinopoli.
© Osservatore Romano - 14-15 aprile 2020