Incontro a Gerusalemme del presidente israeliano Peres con i rappresentanti delle comunità cristiane

shalomGERUSALEMME, 3. Il presidente israeliano Shimon Peres ha ricevuto giovedì 29 dicembre i rappresentanti della comunità cristiana in Israele, in occasione della festa del Natale e del Capodanno. Durante l’i n c o n t ro ha ricordato l'importante ruolo dei leader religiosi per la fede e per la pace. Nel suo discorso — riferisce il sito in rete del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini — il presidente ha sottolineato che «il mondo ha bisogno di fede, della religione e della pace». Ed è per questo che «il ruolo dei leader religiosi è molto importante». Soprattutto, ha precisato, in questo momento in cui il quadro politico ed economico è più che incerto. Il presidente Peres ha osservato che l'economia globale si basa su fondamenti instabili, e che le reti sociali, come Facebook e Google, stanno diventando più potenti degli stessi Governi. Per questa ragione, la gioventù di oggi non è più cieca e vuole delle risposte alle domande che solleva. Il presidente Peres ha quindi ricordato «il bisogno di Dio per avere un comportamento etico e morale e non solo pragmatico». Considerando essenziale il ruolo dell'istruzione, Shimon Peres ha ricordato che «i credenti possono offrire un cambiamento sostanziale all'umanità »: se la politica «divide» «la preghiera unisce». Nonostante le differenze. Il tradizionale incontro ha riunito ortodossi e latini nella residenza presidenziale di Beit Hanassi, su iniziativa del Ministero degli affari interni e religiosi. La parte cattolica era rappresentata dal Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, dal vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini, William Hanna Shomali, dal vicario patriarcale per Israele, Giacinto-Boulos Marcuzzo Marcuzzo, dal vicario patriarcale per la comunità cattolica di lingua ebraica, padre David Neuhaus, e dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. Erano anche presenti alla riunione il Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Sua Beatitudine Teofilo III, e monsignor Aris Shirvanian, in rappresentanza del Patriarcato armeno di Gerusalemme.

(©L'Osservatore Romano 3 gennaio 2012)