Responsabilità e testimonianza

agnus-deiUn atto di grande responsabilità che rispecchia la testimonianza del-la fede viva e l’attaccamento alla Chiesa. Così gli episcopati dell’Europa orientale nei loro messaggi hanno accolto la decisione di Benedetto XVIdi lasciare il pontificato. «Santo Padre, con fede e fiducia accogliamo la vostra decisione, scorgendo in essa il segno dei tem-pi per il mondo contemporaneo e per la Chiesa». È quanto scrive la presidenza della Conferenza episco-pale della Polonia in un telegram-ma inviato a Benedetto XVI. I presuli assicurano le preghiere per il Pontefice in tutte le chiese del Pae-se e soprattutto nel santuario maria-no di Jasna Góra, a Częstochowa. «In questi tempi non facili, segnati da numerose contraddizioni e sfide, siete e rimarrete per noi il testimo-ne della fede viva in Gesù Cristo Risorto. Nella vostra persona, Dio ha dato alla Chiesa e al mondo un uomo sensibile al bene, al bello e alla verità». Ringraziando Benedet-to XVIper il suo ministero, i vescovi polacchi esprimono la loro gratitu-dine «soprattutto per la beatifica-zione di Giovanni Paolo II, per il pellegrinaggio nel nostro Paese che è stato uno dei primi viaggi inter-nazionali, per l’amore verso tutti i polacchi in tutto il mondo e infine per lo sforzo di parlare la nostra lingua». Un «invito alla fiducia e alla spe-ranza» nella consapevolezza che la preghiera «aiuta a capire le prese di posizione e l’atteggiamento del Pa-pa» è contenuto in un messaggio che il cardinale Lucian Mureşan, arcivescovo maggiore di Făgăraş e Alba Iulia dei Romeni, ha rivolto ai confratelli nell’episcopato e nel sa-cerdozio e ai fedeli. «Papa Benedet-to, in un gesto di coraggio e re-sponsabilità, ci mostra — annota il cardinale — che è profondamente consapevole dei limiti della persona umana, ci dimostra con umiltà la vera grandezza dell’uomo che cono-sce i tempi in cui vive la Chiesa, ci fa capire quello che dovrebbe essere l’atteggiamento di ognuno di noi davanti al potere, ci dimostra anco-ra una volta quanto grande fosse Gesù sulla Croce». Così, «davanti al gesto coraggioso del Santo Pa-dre» il porporato invita a «chinare la nostra fronte e il nostro cuore con rispetto e ammirazione, accom-pagnandolo con la preghiera, la de-vozione e con il nostro amore». In una dichiarazione fatta a no-me dei vescovi cattolici in Bulgaria, il presidente dell’episcopato, l’esar-ca apostolico Hristo Proykov parla di «un atto di grandissima respon-sabilità che rispecchia l’amore per la Chiesa e la forza della fede, vis-suta nell’umiltà. Come tutti anche noi siamo sorpresi da questa deci-sione, ma siamo certi che questa scelta è frutto di tante preghiere e riflessioni. Ringraziamo Papa Bene-detto XVIper il suo instancabile ser-vizio alla cattedra petrina, è stato un vero servus servorum e certamen-te i frutti del suo operato porteran-no tante benedizioni alla Chiesa universale. In questo mondo sog-getto a veloci cambiamenti esortia-mo tutti a pregare perché lo Spirito Santo illumini i cardinali per trova-re un successore degno di Benedet-to XVI». Anche la comunità cattolica in Russia vede nelle dimissioni del Pa-pa un atto di coraggio e di testimo-nianza. È quanto ha affermato, all’agenzia Interfax-Religion, il se-gretario generale dell’episcopato, don Igor Kovalevsky, il quale ha anche ricordato i positivi sviluppi che nel corso del pontificato si so-no avuti nei rapporti con la Chiesa ortodossa russa. «Benedetto XVIha compiuto un grande atto di corag-gio e sottomissione. Lo ha fatto per il bene della Chiesa, come lui stesso ha detto». E proprio per il contri-buto che Benedetto XVI ha dato nella promozione del dialogo tra le religioni, «soprattutto in quello con la Chiesa ortodossa russa», per don Kovalevsky, «le sue dimissioni non rappresentano alcuna minaccia per la Chiesa cattolica».

© osservatore Romano - 14 febbraio 2013