Dialogo con chi difende i valori cristiani tradizionali

monte-athos-1.jpgMOSCA, 14. «L’assemblea riconosce come utili gli sforzi compiuti insie-me alle altre confessioni per opporsi alle sfide del mondo contempora-neo, quali il secolarismo aggressivo, l’attacco ai fondamenti morali della vita individuale e pubblica, la crisi dei valori familiari, le persecuzioni e le discriminazioni dei cristiani»: una delle risoluzioni approvate dal re-cente concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa è dedicata ai rapporti ecumenici e interreligiosi e alle attività internazionali. Si sottoli-nea, fra l’altro, che viene considera-to «impossibile il dialogo con le confessioni che calpestano aperta-mente le norme morali bibliche, ra-gione per la quale è stata giustifica-ta la sospensione dei dialoghi bilate-rali con le comunità protestanti che hanno legalizzato la “b enedizione” delle “unioni dello stesso sesso” e l’ordinazione di persone che hanno dichiarato apertamente il loro orien-tamento sessuale non tradizionale». Come esempio positivo di colla-borazione intercristiana viene citata la firma, da parte del Patriarca di Mosca, Cirillo, e del presidente del-la Conferenza episcopale polacca, Józef Michalik, il 17 agosto scorso a Varsavia, del messaggio ai popoli di Russia e di Polonia teso a favorire il perdono reciproco, a curare le ferite del passato, alla riconciliazione da-vanti alle sfide del mondo secolare contemporaneo, alla creazione di un futuro pacifico. Nel dialogo con gli eterodossi — si legge su Orthodo-xie.com che cita uno stralcio dei do-cumenti ufficiali diffusi da Pravosla-vie.ru — la Chiesa ortodossa russa «continuerà a prendere una posizio-ne ferma per quanto concerne la te-stimonianza dei valori cristiani tra-dizionali, mantenendo immutabile la fedeltà alle norme della santa Scrittura e alla tradizione apostoli-ca». Non vengono invece nascoste le difficoltà «nel processo di svilup-po del dialogo teologico panorto-dosso-cattolico», come anche i dub-bi legati al tema della cattolicità e del primato nella Chiesa universale, dal punto di vista della tradizione dottrinale e canonica ortodossa. L’assemblea esprime tuttavia la certezza che è indispensabile rende-re la procedura di questo dialogo «più trasparente» e prevedere so-prattutto un ampio dibattito sui progetti in preparazione così come il loro coordinamento con il plero-ma dell’episcopato delle Chiese or-todosse locali, tenendo conto dell’importanza particolare delle de-cisioni prese e della rafforzata re-sponsabilità degli arcipastori quanto alla salvaguardia della purezza della fede ortodossa, della pace e dell’unità ecclesiale. Il concilio dei vescovi sostiene comunque la conti-nuazione della collaborazione con i rappresentanti delle altre religioni tradizionali, il cui scopo è «la difesa del diritto della prospettiva religiosa a essere presente nella sfera pubbli-ca, nel quadro della salvaguardia dei valori morali nella vita della società, della difesa dei luoghi di culto, del-la lotta contro il terrorismo, del con-solidamento di relazioni pacifiche fra i popoli». L’assemblea — riunitasi dal 2 al 5 febbraio nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca — considera im-portante continuare a testimoniare al mondo intero «i comandamenti morali dati da Dio» e a rendere conto, davanti alle istituzioni pub-bliche e politiche, alle autorità stata-li e alle organizzazioni sociali, della posizione della Chiesa ortodossa russa relativamente alle questioni at-tuali del mondo moderno. La risoluzione si conclude espri-mendo la speranza che l’adempi-mento, da parte di tutti i pastori e i laici, delle decisioni prese dai vesco-vi del Patriarcato di Mosca servirà a una migliore programmazione della vita ecclesiale, aiutando a testimo-niare la verità di Cristo nel mondo contemporaneo, nel quale «è parti-colarmente importante per ciascuno di noi mantenere la fedeltà alla pa-rola di Dio ed eseguire i suoi co-mandamenti».

© Osservatore Romano - 15 febbraio 2013