Nuova Costituzione c’è la libertà di culto per ebrei e cristiani

aziz-minaAntonios Aziz Mina, vescovo di Guizeh dei copti e rappresentante per la Chiesa cattolica nell’Assemblea costituente, analizza con realismo i contenuti della Carta: "Ora la parola spetta al popolo, ma ci aspettiamo un gran sì… È un guadagno per il nostro Paese soprattutto negli articoli riguardanti le libertà e i diritti fondamentali che sono garantiti al massimo". Ora sarà possibile costruire chiese

Daniele Rocchi

Il Comitato dei 50 “saggi” egiziani incaricati dai militari di rivedere il testo della Costituzione ha approvato nella serata del 1° dicembre, la bozza della nuova carta fondamentale che contiene 247 articoli, 42 dei quali sono stati stesi ex novo dall’Assemblea. Il testo contiene diverse novità rispetto a quello presentato durante il governo islamista del deposto presidente Mohamed Morsi. Esso prevede, tra le varie cose, la libertà di culto ai non islamici, ebrei e cristiani, la messa la bando di partiti religiosi - che avevano trionfato nelle precedenti elezioni - la possibilità di costruire chiese ed edifici religiosi e la conferma dei principi della Sharia (legge islamica) quale “preminente fonte del diritto”. Nella bozza viene ribadita, inoltre, la difesa dei diritti dei bambini, delle donne, delle libertà fondamentali. Oggi, 3 dicembre, il testo dovrebbe essere presentato al presidente ad interim Adly Mansour, che deve indire un referendum popolare entro un mese. Si tratta della primo passo verso la fine della transizione delineata dal capo delle forze armate Abdel Fattah el Sissi nel giorno in cui venne deposto Morsi. Della nuova Carta fondamentale abbiamo parlato con Antonios Aziz Mina, vescovo di Guizeh dei copti, rappresentante per la Chiesa cattolica nell’Assemblea costituente.
 

Come giudica il lavoro svolto in questi mesi che hanno portato alla revisione della nuova Carta?

“Sono stati mesi di lavoro duro ma il risultato è molto positivo. Ora la parola spetta al popolo, ma ci aspettiamo un gran sì. Tutti i rappresentanti sono stati contenti, come testimonia il fatto che ogni articolo è stato approvato con almeno il 75% dei consensi”


L’Egitto continuerà ad avere una Costituzione fondata sulla Sharia, come stabilisce l’articolo 2 del testo?

“L’articolo due è rimasto invariato. C’era qualcuno che voleva togliere il termine ‘principi’ e sostituirlo con ‘precetti’, in modo che tutte le sentenze della Sharia, la legge islamica, diventassero fonte del diritto. Abbiamo discusso molto perché non si cambiasse nulla. I principi della Sharia sono preminente fonte del diritto ma non l’unica. La loro interpretazione spetta alla Corte costituzionale e non all’Università di al-Azhar o alle scuole coraniche. È infatti la Corte che ha la facoltà di interpretarli. Non possono esserci due interpretazioni diverse di uno stesso principio”.


La nuova Carta mette al bando i partiti religiosi e garantisce la costruzione di luoghi di preghiera…

“Si tratta di una novità importante che rende possibile la costruzione di chiese e luoghi di culto. Prima la legge era complicata e non consentiva di costruire non una chiesa ma addirittura una stanza”.
 

Dunque una Carta che riconosce l’importanza delle minoranze. Un cambiamento di rotta rispetto al passato?

“Quando abbiamo pensato alla revisione della Carta non abbiamo pensato solo alle minoranze ma all’intero popolo egiziano. Questa Carta è un guadagno per il nostro Paese soprattutto negli articoli riguardanti le libertà e i diritti fondamentali che sono garantiti al massimo”.

 
Tuttavia c’è chi pensa che il testo lasci troppo potere ai militari con la possibilità, stabilita dall’art. 204, di portare davanti alla Corte marziale i cittadini autori di attacchi contro i militari…

“L’articolo in questione comincia col dire che nessun civile sia giudicato da un tribunale militare. Questo è il principio che non si applica a coloro che si macchiano di attacchi diretti ad un posto militare o contro un militare nell’esercizio delle sue funzioni”.


Altri articoli contestati, il 243 e 244, sono quelli relativi alla rappresentanza politica di donne, cristiani, giovani, lavoratori, contadini e disabili. Nella precedente Carta erano previste quote ora sospese…

“Non ci sono quote ma la Costituzione contiene la raccomandazione al legislatore di fare in modo che questi gruppi non rappresentati da un punto di vista elettorale siano adeguatamente presenti nelle liste”.


Cosa serve a questa Carta perché non resti lettera morta e rappresenti davvero lo strumento per avviare un efficace processo democratico?

“Innanzitutto la volontà popolare. Speriamo che il popolo approvi il Testo al referendum. Poi abbiamo bisogno della volontà politica che con leggi adeguate metta in pratica i principi che essa contiene. Credo che questa Carta possa diventare un esempio anche per gli altri Paesi vicini”.

© www.agensir.it - 3 dicembre 2013