Musulmani e cristiani d’Egitto condannano l’uccisione dei fedeli copti in Libia

martiri-2IL CAIRO, 16. Una barbarie che ha sconvolto non solo la comunità cristiana egiziana: anche le maggiori autorità musulmane hanno infatti condannato con forza la decapitazione dei ventuno cristiani copti egiziani, tenuti per settimane in ostaggio dai jihadisti libici affiliati al cosiddetto Stato islamico, il cui video, con le immagini dell’esecuzione, è stato diffuso in rete nella giornata di ieri, domenica. Immediata è stata la reazione dell’università di Al Azhar, massimo centro teologico dell’islam sunnita, che ha definito appunto «barbare» tali esecuzioni.
Altrettanto netta la reazione del gran mufti d’Egitto, Shawqi Allam, la più alta autorità islamica del Paese, il quale, presentando le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime, ha detto che «gli assassini meritano la maledizione di Allah», chiedendo inoltre alle nazioni arabe e alla comunità internazionale di contrastare seriamente questi criminali. In lutto la Chiesa copta, che in una nota — diffusa dall’agenzia di stampa Mena — si dice fiduciosa che «la grande nazione» egiziana «non resterà passiva fino a quando questi criminali non saranno consegnati alla giustizia. Siamo convinti che lo Stato proteggerà i suoi cittadini. Porgiamo le nostre condoglianze alla nazione, preghiamo perché Dio protegga l’Egitto, la sua unità e che la pace p re v a l g a » . Da parte cattolica, il patriarca di Alessandria dei Copti, Ibrahim Isaac Sedrak, in una dichiarazione diffusa dall’agenzia Fides, invita a guardare alla tragica morte dei fratelli copti ortodossi — definiti come «dei martiri che hanno dato la vita a motivo della loro fede» — con uno sguardo illuminato dalla religione, mentre considera rilevante il fatto che, davanti alla barbarie sanguinaria dei jihadisti, si registri in tutto il Paese un moto di reazione unitaria. «Questa tragica vicenda — ha commentato dal patriarcato padre Hani Bakhoum Kiroulos — sta unendo tutto il Paese, cristiani e musulmani. Se puntavano a dividerci, il loro progetto è fallito».

© Osservatore Romano - 16-17 febbraio 2015