Sanguinoso attacco dell’Is a località caldee in Siria

Piccoli cristiani iracheni fuggiti dai loro villaggiDamasco, 24. Numerose località siriane abitate da cristiani caldei sono state occupate nell’est della Siria dai miliziani del cosiddetto Stato islamico (Is), che avrebbero ucciso decine di persone e dato alle fiamme una delle più antiche chiese cattoliche del Paese, quella della cittadina di Tal Hermez. Secondo fonti citate dalla rivista «Newsweek», centinaia di bambini, donne e uomini sono in ostaggio dei jihadisti, che per rilasciarli chiedono la liberazione di loro esponenti catturati.
Le donne e i bambini sarebbero stati radunati in una zona della città presidiata dai miliziani, mentre gli uomini sarebbero stati trasferiti nelle montagne di Abd Al Aziz. Da parte sua, l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, riferisce che gli attacchi, oltre che a Tal Hermez, sono stati sferrati a Tal Shamiram, Tal Riman, Tal Nasra, Al Agibash, Toma Yalda e Al Haooz. Secondo la Sana, che cita fonti locali, l’obiettivo dell’Is sarebbe di aprirsi un passaggio, facendo terra bruciata di questi villaggi, per arrivare al confine con la Turchia e facilitare il passaggio di armi e mercenari. Proprio nell’est della Siria, oltre che su alcuni fronti iracheni, si sono concentrati ieri i raid aerei della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Secondo il comando americano, undici attacchi sono stati compiuti contro postazioni dell’Is nell’area di Kobane, la città al confine con la Turchia dove il 26 gennaio scorso, dopo quattro mesi di combattimenti, i peshmerga curdi hanno respinto un’offensiva del gruppo jihadista. Da allora a Kobane sono tornati circa quattromila degli abitanti fuggiti, ma la situazione resta di estrema insicurezza. Tra l’altro, secondo fonti ufficiali, in questo periodo almeno quindici persone sono morte per l’esplosione di mine e ordigni nascosti. Altri sei raid aerei hanno colpito Hasaka, il capoluogo dell’omonima provincia nordorientale siriana al confine con l’Iraq e la Turchia, dove nella notte tra sabato e domenica è incominciata una nuova offensiva dei peshrmega contro le postazioni jihadiste. Di contro, i comandanti statunitensi incontrati ieri in Kuwait dal segretario alla Difesa, Ashton Carter, hanno assicurato che non è in atto alcuna controffensiva dell’Is. Questo mantiene comunque alta la sua pericolosità sul piano sia militare sia dell’azione terroristica. In questo senso, tra l’altro, nuove minacce all’Italia sono apparse su siti internet riconducibili al gruppo terrorista. In Francia, intanto, oltre a intensificare la partecipazione all’intervento militare, con l’invio nel Golfo Persico della portaerei De Gaulle, si stanno varando nuove misure di sicurezza. Per la prima volta è stata applicata ieri a sei persone sospettate di legami con il terrorismo la sospensione cautelare del passaporto. Il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha detto che nelle prossime settimane si applicheranno altre quaranta disposizioni analoghe.

© Osservatore Romano - 25 febbraio 2015