Uniti per salvare la casa comune
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- Creato: 21 Luglio 2015
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PARIGI, 21. «Uscire dall’egoismo nel quale l’inerzia delle nostre abitudini ci ha fatto cadere e scoprire la libertà sobria che ci conduce a una conversione del cuore»: è lo sforzo chiesto questa mattina a Parigi dal patriarca ecumenico, Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, intervenuto al «Summit delle coscienze» che si sta svolgendo presso la sede del Consiglio economico, sociale e ambientale francese. Accolti dal presidente della Repubblica, François Hollande, sono presenti una quarantina di personalità del mondo politico e religioso. Fra esse il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, e il rabbino David Rosen, direttore internazionale degli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee. «La nostra epoca — ha detto Bartolomeo nel suo discorso, secondo quanto riporta il Sir — sta affrontando una sfida unica. Mai in passato, durante la lunga storia del nostro pianeta, gli uomini e le donne si sono trovati al punto di rendere possibile la distruzione del proprio ambiente e della propria specie». Dal patriarca ecumenico è venuto dunque un grido di allarme ma anche un appello alla conversione dei cuori, all’educazione delle coscienze e all’azione comune.
«Mai prima gli ecosistemi della terra si sono confrontati con un danno di tale portata, quasi irreversibile. Questo è il motivo per cui è nostra responsabilità far fronte a questa sfida unica per adempiere il nostro dovere verso le generazioni future. Per tale motivo dobbiamo impegnarci», ha esortato il rappresentante ortodosso, il quale nella sua allocuzione ha dedicato un intero paragrafo al ruolo svolto da Papa Francesco, citando la sua ultima enciclica Laudato si’, e definendolo «un fratello di anima». Il patriarca, insieme al Pontefice, invita le «Chiese sorelle di Roma e di Costantinopoli» ad approfondire come spazio di azione ecumenica «il loro impegno comune a favore della nostra casa comune con la preghiera e l’azione». Del resto il ruolo delle religioni e del cristianesimo in particolare è proprio quello di “trasfigurare” il pericolo, attraverso la fede, «in una chiamata alla conversione dei cuori », ha detto ancora Bartolomeo, secondo il quale «occorre comprendere la conversione dell’essere interiore come il punto di partenza per una conversione esteriore. Gli scienziati sottolineano instancabilmente la necessità di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita, al fine di ridurre le attività inquinanti che influenzano i cambiamenti climatici». Si tratta — conclude — di mettere in atto una «inversione di tutto l’essere » che il cristianesimo chiama metanoia e di «esaminare costantemente le nostre esigenze, al fine di separare ciò che è bramosia e ciò che è buono». Anche il cardinale Turkson, esortando a «prendere delle decisioni per cambiare traiettoria», ha detto che in gioco c’è l’avvenire del pianeta «nostra casa comune» e che «l’ostacolo principale è nel nostro cuore». Nel suo intervento, in gran parte dedicato all’enciclica Laudato si’, il presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace ha osservato che, se nel passato si utilizzava il termine “protezione”, l’espressione più usata dal Papa nell’enciclica è “cura”, che significa «avere a cuore il destino della nostra casa comune. Nulla è possibile senza un impegno profondo e personale e, quando l’uomo ha a cuore qualcosa, la protegge con passione e impegno. Abbiamo fatto degli errori che hanno aumentato il disastro ambientale » e questi errori hanno radice «in una cultura del consumismo che non ha tenuto conto delle conseguenze che il progresso tecnico e tecnologico può avere». Il «Summit delle coscienze» è un’iniziativa di Nicolas Hulot, inviato speciale del presidente della Repubblica francese per la protezione del pianeta, dell’associazione Alliance of Religions and Conservation, del gruppo editoriale Bayard, di R20 (rete di collegamento tra autorità locali e imprese) e del Consiglio economico, sociale e ambientale. Gli organizzatori hanno lanciato una campagna su internet, Why do I care? (Perché mi interessa?) invitando tutti a rispondere a questa domanda secondo coscienza. Nel pomeriggio le personalità presenti lanceranno «L’appello delle coscienze per il clima» ricordando che a dicembre quarantamila persone, in rappresentanza di centonovantacinque Paesi, si riuniranno a Parigi in occasione della conferenza dell’O nu sul riscaldamento climatico. «Dal loro impegno — vi si afferma — dipenderanno le condizioni di vita dei nostri figli sulla terra. Crediamo che sia fondamentale che le coscienze degli uomini e delle donne di questo pianeta si esprimano insieme, qualunque sia la loro condizione, religione, filosofia». Nel suo intervento, Hollande ha spiegato che c’è bisogno di tutti per raggiungere questi accordi. L’obiettivo «ambizioso» della Conferenza di Parigi è infatti di raggiungere un accordo che possa essere «globale», possa applicarsi «dappertutto» e possa «essere risp ettato».
© Osservatore Romano - 22 luglio 2015