TURCHIA: UCCISO MONS. LUIGI PADOVESE, PRESIDENTE DEI VESCOVI TURCHI

“Non è mai giusto sopprimere una vita per affermare una idea. Non è mai giusto ritenere che chi non la pensa come noi è nel torto e va annientato. Questo è fondamentalismo che distrugge la società perché distrugge la convivenza. Questo fondamentalismo, a qualsiasi religione o partito politico appartenga, potrà forse vincere qualche battaglia, ma è destinato a perdere la guerra. Ed è la storia che ce l’insegna”. Sono parole di mons. mons. Luigi Padovese, presidente dei vescovi della Turchia (Cet), ucciso oggi a coltellate a Iskenderun. Secondo quanto riferito da un’emittente turca il presule, 63 anni, che apparteneva all’ordine dei cappuccini, sarebbe stato ucciso dal suo autista. Parole pronunciate il 5 febbraio nel corso della messa in suffragio di don Andrea Santoro, a quattro anni dalla sua uccisione nella chiesa di santa Maria a Trabzon mentre pregava.
“Un fatto orribile, incredibile, siamo costernati” ha detto padre Federico Lombardi, portavoce vaticano saputa la notizia: "Ciò che è accaduto è terribile pensando anche ad altri fatti di sangue in Turchia come l’omicidio alcuni anni fa di don Santoro. Preghiamo perché il Signore lo ricompensi del suo grande servizio per la chiesa e perché i cristiani non si scoraggino e, seguendo la sua testimonianza così forte, continuino a professare la loro fede nella regione". Mons. Padovese avrebbe dovuto partecipare da domani alla visita del Papa a Cipro e ricevere l’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo per il Medio Oriente. Su questo tema mons. Padovese una settimana fa aveva rilasciato a SIR Europa un’intervista (leggi il testo integrale). Di mons. Padovese si ricorda anche il grande impegno profuso per la concessione della Chiesa-museo di san Paolo a Tarso come luogo permanente di culto.

© SIR - 3 giugno 2010