Cipro, le chiese profanate

Il Patriarca ortodosso di Cipro ha chiesto l'aiuto del Papa per portare all'attenzione pubblica mondiale un problema gravissimo della parte di Cipro occupata dai militari turchi. Chrysostomos II dichiara: “La nostra eredità culturale è stata implacabilmente saccheggiata”
MARCO TOSATTI
Nel discorso che Sua Beatitudine Chrysostomos II, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, e capo della chiesa autocefala dell isola, ha rivolto al Papa durante l'incontro ecumenico celebrato nella chiesa di Agia Kiriaki Chrysopolitissa di Paphos era contenuto un drammaico appello,  un grido di aiuto per salvare le oltre 500 chiese che si trovano sotto dominio turco dal 1974. Non si tratta solo di chiese ortodosse: alcune appartengono alla comunità maronita o armena, e oggi sono state trasformate dagli occupanti in depositi militari, stalle, discoteche, moschee... “La Turchia, che ci ha attaccati barbaramente e, con il potere delle sue armi, ha occupato il 37% del nostro territorio, sta procedendo – con la tolleranza del cosiddetto mondo 'civilizzato' – a implementare i suoi piani scellerati, per annettere prima i nostri territori occupati e poi tutta Cipro”, ha dichiarato. “Nel caso della nostra isola, come ha fatto altrove, la Turchia ha messo in atto un piano di pulizia etnica. Ha cacciato i cristiani ortodossi dalle loro case e ha portato – e continua a portare – centinaia di migliaia di coloni dall'Anatolia, alterando così il carattere demografico di Cipro”. “La nostra eredità culturale è stata implacabilmente saccheggiata, e i nostri monumenti cristiani vengono distrutti o venduti sui mercati dei commercianti illegali di antichità, nel tentativo di liberare l'isola da ogni traccia di tutto ciò che sia greco o cristiano”. Di fronte alla sofferenza della Chiesa ortodossa a Cipro, l'Arcivescovo ha poi detto al Papa: “Chiediamo il suo aiuto per assicurare protezione e rispetto per i nostri monumenti sacri e la nostra eredità culturale, perché i valori diacronici del nostro spirito cristiano possano prevalere. Attualmente questi valori vengono brutalmente violati dalla Turchia – un Paese desideroso di unirsi all'Unione Europea”. Come è accaduto e accade ancora per chiese, monasteri e altri edifici dell'eredità culturale e religiosa armena dell'Anatolia e della Cilicia i richiami lanciati dall'Unesco e da altre organizzazioni internazionali sembrano finora cadere sostanzialmente nel vuoto.

© http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/rubricahome.asp?ID_blog=196 - 5 giugno 2010