URGENTE LA COMUNIONE TRA LE MINORANZE

“I cristiani in Medio Oriente vivono un’esperienza simile alle comunità dei primi secoli: sono stranieri, provenienti per lo più da India e Filippine, una minoranza, a malapena tollerata, poco sicura e poco integrata nella società. Ma sono comunità vivaci nella fede”.  Così mons. Paul Hinder, vicario apostolico di Arabia, tra i relatori al workshop (da oggi al 9 ottobre, alla Domus Mariae, a Roma) organizzato da Pax Romana-Miic (Movimento internazionale degli intellettuali cattolici) e Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), in preparazione al Sinodo sul Medio Oriente (Vaticano, 10-24 ottobre). “C’è una limitata libertà di culto, ma manca la libertà religiosa, la libertà di coscienza”. Ci sono “pressioni” di vario tipo perché i cristiani si convertano all’islam: per esempio, “sono esclusi dalla carriera e discriminati”. “Bisogna tenere basso profilo – ha detto mons. Hinder – per non aggravare la situazione”. In Arabia Saudita, rispetto a dieci anni fa, c’è “qualche segnale di miglioramento”. “Il governo tollera che i cristiani si riuniscano in piccoli gruppi, senza far rumore”. Per mons. Hinder, nei Paesi arabi è “urgente la comunione tra le minoranze cristiane”.

© SIR - 6 ottobre 2010