SINODO MEDIO ORIENTE: SR. MIKAEL (CARITAS MONA), PER “LA DIGNITÁ DELLA PERSONA”

“La Chiesa cattolica in Medio Oriente promuove un’etica della persona come al centro della cultura e difende la dignità dell’essere umano e di ogni creatura, soprattutto dei più deboli”. Così Katia Antonios Mikael, suora libanese, della Caritas del Medio Oriente e Nord Africa (Mona) è intervenuta questa mattina al workshop promosso da Pax Romana-Miic (Movimento internazionale degli intellettuali cattolici) e Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), dal 6 al 9 ottobre, a Roma, alla Domus Mariae, sul tema “Comunione e testimonianza”, in preparazione al Sinodo sul Medio Oriente (che si apre domenica 10, fino al 24). Per la saveriana, “i media e le istituzioni educative hanno un ruolo importante per comunicare per veicolare questo messaggio etico”. Al momento, “i cristiani che vivono in Medio Oriente si trovano al bivio tra due vie: il ripiegamento su se stessi e la propria comunità e la fuga”. Il Sinodo può aiutare ad “aprire una terza via: la via della missione, come vocazione alla comunione e alla testimonianza”. E dunque, “è importante che si realizzi la comunione tra le comunità cristiane anche a livello educativo”, per “trasmettere il nucleo essenziale della tradizione cristiana”
I cristiani nei Paesi mediorientali – ha riferito la religiosa - non superano solitamente lo 0,5 percento della popolazione. Un caso a parte è rappresentato dal Libano, dove toccano quasi il 40 percento. In Egitto vivono quasi la metà dei cristiani di tutto il Medio Oriente. “La chiesa egiziana è stata la prima a preoccuparsi di servizi per i disabili”. In Medio Oriente – ha affermato sr. Mikael – bisogna promuovere “una Teologia della Visitazione, sul modello dell’incontro tra Maria ed Elisabetta”: “una teologia della fiducia, dell’accoglienza e dell’ospitalità”, di “collaborazione” tra cristiani e musulmani. “Il fanatismo islamico non ha radici religiose, ma socio-politiche, nasce da una condizione di oppressione economica”, ha continuato la saveriana. La “sfida” per i cristiani è di “essere missionari, non nel senso di un proselitismo religioso, ma della testimonianza”. “C’è una limitata libertà di culto, mancano la libertà religiosa e la libertà di coscienza”.

© SIR - 7 ottobre 2010