L’Europa pensa a un piano sui migranti mentre continuano a giungere notizie di morti in mare

migrantiCi sono anche una donna incinta e una giovane mamma con la sua neonata tra le oltre settanta vittime del naufragio avvenuto la settimana scorsa al largo della Libia, i cui superstiti sono stati recuperati da una nave della marina militare statunitense. La tragica notizia giunge nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale del rifugiato e mentre l’Europa cerca di elaborare un progetto comune per affrontare l’emergenza. La bozza di un piano, del quale restano da verificare tempi e fattibilità e che secondo alcuni ricalca l’accordo stipulato con la Turchia per bloccare la cosiddetta rotta balcanica, sarà discussa al consiglio europeo di fine mese. Nel frattempo ha raccolto un primo ma fondamentale sostegno dal vertice franco-tedesco svoltosi ieri.
Secondo il piano, i migranti soccorsi in mare lungo la rotta del Mediterraneo centrale potrebbero sbarcare in apposite piattaforme regionali, centri gestiti dall’Onu insieme all’Ue, sulle coste dell’Africa settentrionale, forse in Tunisia. Qui dovrebbe essere condotta un prima valutazione per identificare i migranti cosiddetti economici e quanti hanno diritto al riconoscimento dello status di rifugiati e alla protezione internazionale. Il piano, elaborato dalla commissione europea con l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) e con l’organizzazione internazionale per le migrazioni, mira ad allentare la pressione sull’Italia e dovrebbe contribuire a spegnere la tensione in Europa, spianando la strada alla riforma del trattato di Dublino e alla salvaguardia del trattato di Schengen.

Il progetto, che come si è accennato trova già spazio nella prima bozza di conclusioni del consiglio europeo del 28 e 29 giugno, è stato ieri sponsorizzato dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron in un incontro svoltosi a Meseberg. Merkel, in particolare, ha annunciato la volontà comune di «accogliere le valutazioni dell’Italia». Questo mentre il ministro degli interni, Matteo Salvini, è tornato ieri ad annunciare, entro «due o tre giorni», la proposta italiana sulla quale Roma si confronterà con i partner europei.
In Germania con il cancelliere tedesco e il capo dell’Eliseo, che hanno discusso anche della riforma dell’Eurozona, era presente il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker. I riscontri sono stati positivi, lasciano filtrare fonti europee. E l’iniziativa sembra correre anche nella direzione auspicata dal presidente del consiglio italiano, Giuseppe Conte, che oggi incontra a palazzo Chigi il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, impegnato in una missione nelle principali capitali per trovare un accordo sul dossier prima del vertice di fine mese. E una delegazione di Bruxelles ha illustrato proprio ieri il progetto anche a stretti collaboratori del ministro degli interni italiano.
«La migrazione va concepita come sfida comune e il nostro obiettivo resta una risposta europea. Vogliamo evitare che l’Europa si divida. Sosteniamo le proposte della commissione e il rafforzamento di Frontex» ha sottolineato Merkel che, bersagliata dalle critiche del presidente statunitense Donald Trump, gioca anche una difficile partita interna col ministro degli interni, Horst Seehofer. Pienamente a sostegno del cancelliere tedesco è apparso Emmanuel Macron: «Reagiremo in modo coordinato, nel segno di una cooperazione. Non possiamo rispondere in modo efficiente senza coordinamento» ha spiegato.
Intanto da alcune dichiarazioni dell’inviato speciale dell’Unhcr per la rotta del Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, emergono dettagli sui centri per gli sbarchi in Africa. In pratica, una volta giunti nelle cosiddette piattaforme regionali per gli sbarchi che sostituiranno gli hotspot, i migranti che non avranno diritto all’asilo verrebbero aiutati a tornare nei propri paesi d’origine, mentre gli altri verrebbero fatti entrare nei canali per i reinsediamenti verso l’Europa.
Il progetto delle piattaforme non ha niente a che vedere con quello austriaco-danese di un centro in Albania dove rinviare i migranti già arrivati nell’Ue. Sono due concetti diversi. Ed è all’iniziativa austriaco-danese che il commissario Dimitris Avramopoulos si è riferito ieri quando ha parlato di «proposta ancora poco concreta».
Un vertice straordinario ristretto sulla questione migranti dovrebbe intanto tenersi a Bruxelles il 24 giugno per preparare il consiglio europeo di fine mese. Al vertice, secondo quanto si è appreso, è prevista la partecipazione dei leader di Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Bulgaria e Austria.
E oggi, in occasione della giornata internazionale del rifugiato, il presidente della repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha diffuso un messaggio in cui tra l’altro sottolinea che «la comunità internazionale deve operare con scelte politiche condivise e lungimiranti per gestire un fenomeno che interessa il globo intero. L’Unione europea, in particolare, deve saper intervenire nel suo insieme, non delegando solamente ai paesi di primo ingresso l’onere di affrontare le emergenze».
© Osservatore Romano - 21 giugno 2018


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