L’Iran annuncia la ripresa parziale del programma nucleare · Senza però abbandonare l’accordo firmato nel 2015 ·

iran nucleare 22afc4a3f0e85d98ec05c1c1ba5506c2 2Si acuisce la tensione tra Washington e Teheran. Il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha indicato ieri sera l’agenzia di stampa Isna, annuncerà domani in televisione la ripresa parziale del programma nucleare, senza, però, abbandonare l’accordo firmato nel 2015 con il cosiddetto gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania).

 

La data dell’8 maggio non è casuale: è infatti il primo anniversario dell’uscita degli Stati Uniti dall’intesa. La mossa — informa l’Isna — rientrerebbe nel quadro degli articoli 26 e 36 dell’accordo: il primo, in particolare, prevede che l’Iran possa riprendere totalmente o parzialmente le sue attività nucleari se una delle altre parti non rispetta i suoi obblighi. Sempre secondo l’Isna, Teheran avrebbe già informato della decisione, in via ufficiosa, i paesi europei, cui rimprovera di non avere fatto abbastanza per salvare l’accordo, nonostante le affermazioni di volere mantenere in vita l’intesa dopo lo strappo del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

La notizia arriva all’indomani di un’altra disposizione destinata ad alimentare gli attriti. Dopo avere tolto ogni esenzione alle sanzioni sull’import di petrolio iraniano, e designato i guardiani della rivoluzione islamica come «terroristi», gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio in Medio oriente di una flotta da guerra (guidata dalla portaerei Abraham Lincoln), e una task force di bombardieri. E mercoledì, sempre in coincidenza con l’anniversario dell’uscita dall’accordo sul nucleare, introdurranno altre sanzioni che colpiranno un nuovo settore dell’economia iraniana, dopo quello energetico. Immediata la replica di Teheran. «L’Iran non inizierà una guerra, ma se gli Stati Uniti attaccheranno dovranno affrontare una risposta quale non hanno mai sperimentato nella regione nel passato», ha detto parlando con l’Ansa Masoud Goudarzi, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera di Teheran. «E nessun paese della regione che ospita truppe americane sarebbe al sicuro», ha ammonito.

Dispiegare questo tipo di forze nella regione non è una novità per gli Stati Uniti, tanto più che la flotta coinvolta si trovava già nel Mediterraneo per esercitazioni con navi europee. Il capo del Pentagono ad interim, Patrick Shanahan, ha dichiarato di avere approvato l’invio delle navi e dei bombardieri in Medio oriente come «un prudente riposizionamento dei nostri asset in risposta alle indicazioni di una credibile minaccia da parte delle forze dell’Iran». «Sollecitiamo il regime iraniano a mettere fine a ogni provocazione», ha aggiunto. E il segretario di stato americano, Mike Pompeo, ha detto che gli Stati Uniti vedono «attività da parte iraniana che potrebbero portare a una possibile escalation».

© Osservatore Romano  7.5.2019