Per il bene dell'Egitto senza differenze religiose

egitto-e-cristianidi ALESSANDRO TRENTIN

"In questo momento tra cristiani e musulmani non ci sono differenze, tutti insieme stiamo pregando per la pace e la democrazia in Egitto. Mai come adesso stiamo avvertendo questo clima positivo": sono le parole che il cardinale Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti, ha voluto esprimere al nostro giornale, a commento della situazione nel Paese dopo le manifestazioni di protesta popolare che hanno portato alle dimissioni del presidente Hosni Mubarak. Il cardinale Naguib ha sottolineato che attualmente la vicinanza e la collaborazione tra le persone stanno prevalendo sulle divisioni e gli egoismi, aprendo le porte alla speranza di un futuro migliore. La comunità cattolica in particolare, ha aggiunto il porporato, "sta vivendo gli eventi attuali con spirito positivo e costruttivo, accompagnando con la preghiera il processo di cambiamento". Il pensiero del cardinale va soprattutto alle nuove generazioni, protagoniste del cambiamento presente e del futuro, "verso le quali si indirizza l'attenzione di tutti per lo sviluppo della nazione". Chiediamo a tutti, è l'appello del porporato, "di unirsi nelle preghiere con speranza e fiducia".
L'Egitto si è incamminato lungo la strada di un nuovo assetto istituzionale, al quale i cittadini saranno coinvolti in prima persona. A pronunciarsi, infatti, sugli emendamenti alla Costituzione, saranno gli stessi egiziani che saranno chiamati a dare il proprio voto in occasione di un referendum. In un altro intervento, il cardinale Naguib aveva osservato che le previsioni erano per un cambiamento graduale in base alle disposizioni stabilite dalla Costituzione, "ma la volontà dei giovani e della gente hanno determinato il corso degli eventi". Il patriarca di Alessandria dei Copti ha spiegato che sono state "le folle dei giovani che hanno fornito la scintilla da cui il movimento è partito ed è diventato un vulcano in eruzione, che non può essere fermato e che ha riunito tutte le forze attorno a un'unica causa, che è l'amore per l'Egitto e la dignità dei suoi cittadini". Nel tratteggiare le prospettive future il cardinale ha poi puntualizzato che "è giunto il momento per un'opera seria, impegnata e decisiva, affinché l'Egitto sia all'avanguardia a livello sociale, economico e politico e brilli ancora con la sua civiltà profondamente radicata che ha illuminato il mondo per secoli". L'auspicio è quello di consentire una ricostruzione dell'assetto istituzionale della nazione "su basi giuste". Gli egiziani, ha affermato a tale proposito il cardinale, "sono pronti a compiere ogni sforzo per il bene dell'amata nazione. Vogliamo che l'Egitto trovi il suo posto tra i Paesi moderni, basandosi su leggi, giustizia e uguaglianza". La Chiesa cattolica, ha concluso, con tutte le sue istituzioni, "lavorerà con gli egiziani nella ricostruzione e per procedere lungo questa via per un futuro migliore. Dio difenda l'Egitto e i suoi governanti e possa ispirarli per il bene del Paese".



(©L'Osservatore Romano - 16 febbraio 2011)